Select your language
Afrikaans
Arabic
Basque
Bulgarian
Catalan
Chichewa
Chinese
Croatian
Czech
Danish
Dutch
English
Farsi
Fijian
Filipino
French
German
Greek
Hebrew
Italian
Japanese
Kinyarwanda
Kisongie
Korean
Lingala
Malagasy
Norwegian
Nuer (Sudan/South-Sudan)
Oromo
Polish
Portuguese
Romanian
Russian
Slovak
Somali
Spanish
Swahili
Swedish
Tshiluba (DR Congo)
Turkish
Welsh

NEL PRINCIPIO

Un abbozzo di Genesi 1-11

Hugo Bouter

1. INTRODUZIONE

“Non c’è nessuno come Me, che dichiaro la fine sin dall’inizio“.
Isaia 46,9–10

Genesi significa origine oppure nascita. Questo titolo del primo libro della Bibbia deriva dalla traduzione greca del Antico Testamento. Nella Bibbia ebraica abbiamo semplicemente il nome “Nel principio“, secondo le prime parole del libro. Questo è il libro dei principii, la base della rivelazione di Dio stesso. Nella Genesi troviamo, infatti, il principio di ogni cosa, le origini della vita, dei cieli e della terra, dell’uomo e del mondo in cui viviamo. Genesi 1 a 11 in particolare, contengono numerosi principii importanti che hanno lasciato il loro marchio nella storia del mondo e rimarranno significativi fino alla fine di quest’era. Parecchi termini ed espressioni dei primi capitoli della Parola di Dio riappiaiono negli ultimi capitoli dell’Apocalisse che descrive l’ultima meta del modo di agire di Dio riguardo alla terra. Dopo la descrizione iniziale della protostoria dell’uomo fino alla costruzione della torre di Babele, il libro della Genesi si concentra sulle origini di Israele, il popolo eletto di Dio, incaricato a portare la rivelazione di Dio in un mondo che si era smarrito e dato all’idolatria.

La composizione della Genesi
Pare che il libro comprenda dieci genealogie, per dieci volte leggiamo: “Queste sono le generazioni (in ebraico: ’tôledôt’) di (...)“, una formula resa nella Nuova Versione del Re Giacomo con: “Questa è la storia di,“ oppure: “Questo è il (libro della) genealogia di.“ Sei di queste sono chiaramente genealogie, cioè di Adamo (5:1), i figli di Noè (10:1), Sem (11:10), Terah (11:27), Ismaele (25:12), e Esaù (36:1). Indubbiamente questo è molto importante, in quanto colloca la protostoria dell’uomo in un chiaro quadro storico, come lo confermano pure i numerosi riferimenti nel Nuovo Testamento a Genesi 1-11 (vedi Appendice II). Il messaggio della Bibbia si basa su fatti definiti, e non su leggende o racconti popolari. In Genesi 2:4; 6:9; 25:19 e 37:2, la stessa formula (“Queste sono le generazioni di“) viene usata in relazione alla storia dei cieli e della terra e alla storia o genealogia di Noè, Isacco e Giacobbe.
Sette biografie
A prescindere dalla divisione in genealogie si possono distinguere anche sette biografie di diversa lunghezza, cioè quelle di Adamo (Ge. 1-3), Abele e Seth il quale lo sostituì (Ge. 4-5), Noè (Ge. 6-10), Abrahamo (Ge. 11-25), Isacco (Ge. 26-27), Giacobbe (Ge. 28-36), e Giuseppe (Ge. 37-50). I temi principali di queste sette biografie sono paralleli al prologo e ai sei giorni della creazione di Genesi 1. Le prime tre biografie trattate in Genesi 1-11 sono: (1) La biografia di Adamo (col rapporto della creazione, della caduta e della maledizione) corrisponde a Genesi 1:1-2 (il buon principio, seguito dal caos e dalla rovina).

(2) La biografia di Abele e di Seth il suo sostituto, contrapposta a quella di Caino e alla sua discendenza corrisponde a Genesi 1:3-5 (separazione della luce dalle tenebre). (3) La biografia di Noè e della sua discendenza corrisponde a Genesi 1:6-8 (separazione delle acque rispettivamente delle nazioni). Per le altre analogie vedi Appendice I. Il libro di Genesi, e Genesi 1 in poche parole, ci offre il piano di base di tutti i modi di agire di Dio con la Sua creazione, con l’umanità e con ogni singolo credente. E termina con l’annuncio della venuta del principe del mondo (Adamo, Giuseppe e Cristo come il secondo Adamo) e il riposo sabatico del Regno a venire. Per quanto riguarda la nostra vita personale di fede, il proposito di Dio è che il secondo Uomo dal cielo prenda forma in noi e che noi entriamo nel riposo di Dio (Ga. 4:19; Ef. 4:13; Eb. 4:1-11).

2 IL PIANO DI DIO PER LA SUA CREAZIONE

L’uomo e sua moglie Icapitoli 1 e 2 della Genesi piuttosto che in conflitto, sono in armonia; infatti sono racconti complementari della creazione. Genesi 1 ci offre la descrizione della creazione tale come fu preparata per l’uomo, che alla fine del capitolo appare come capo e corona della creazione di Dio. Genesi 2 inizia con la creazione dell’uomo e continua poi descrivendo le diverse relazioni in cui Dio lo mise: (1) La relazione col Creatore, (2) La relazione con l’ambiente creato, (3) La relazione con le creature su cui doveva regnare, e (4) La relazione con la donna datagli come aiuto in tutti i suoi compiti. Il nome Adamo significa “terra rossa“, poiché fu formato dalla polvere della terra. Eva ricevette il suo nome solo dopo la caduta; Adamo la chiamò donna (Isha), poiché fu tratta dall’uomo (Ish) (2:23; 3:20). Ella era nello stesso tempo la compagna adatta per Adamo e la madre della razza umana, la madre di tutti i viventi (Eva significa ’vivente’; ’datrice di vita’). La creazione dell’uomo, ultimo atto di Dio, ebbe luogo nel sesto giorno, dopo che era stato preparato tutto il regno su cui egli doveva regnare.

Due serie di tre giorni
I sei giorni possono essere divisi in due serie parallele di tre giorni: (1) Nel primo giorno fu chiamata all’esistenza la luce, mentre nel quarto giorno furono stabiliti i luminari per governare il giorno e la notte. (2) Nel secondo giorno, un firmamento (lett. estensione) separava le acque che erano sotto il firmamento da quelle che erano sopra, mentre nel quarto giorno le acque brulicavano di esseri viventi, e gli uccelli volavano nell’aperta distesa dei cieli. (3) Nel terzo giorno fu preparata la terra asciutta, mentre nel sesto giorno furono chiamati all’esistenza i suoi abitanti. Riassumendo, i primi tre giorni si riferiscono a diversi dominii o regni della creazione (i cieli, il mare e la terra), gli ultimi tre giorni invece si riferiscono agli abitanti o governatori di questi dominii.

Adamo e Cristo
L’uomo, creato ad immagine e somiglianza di Dio, ricevette il dominio universale. La funzione di Adamo sulla terra era quella di rappresentare Dio, di dominare su tutte le opere delle Sue mani (Sl. 8:6). Questo piano sarà in definitiva adempiuto in Cristo, il secondo Uomo, il Signore dal cielo (1 Co. 15:27; Ef. 1:22; Eb. 2:6-8). Proprio come Dio operò in Genesi 1 verso la creazione dell’uomo, stabilendolo come capo sulle opere delle Sue mani, sta ancora operando dalla caduta dell’uomo, in vista del momento in cui tutte le cose saranno assoggettate al secondo Uomo (Gv. 5:17).

La conclusione di questo sarà il riposo nel settimo giorno: il riposo sabatico del Millennio, che sfocerà nella pace e nell’armonia dello stato eterno quando Dio sarà tutto in tutti (1 Co. 15:25-28; Eb. 4:9-10).

La nuova creazione
La prima creazione annuncia la nuova creazione di Dio, di cui i credenti sono le primizie (2 Co. 5:17; Ef. 2:10; Cl. 3:10; Gm. 1:18; 2 Pi. 3:13; Ap. 21:1-7). Si può tracciare una linea dal compimento della prima creazione al compimento della nuova creazione; questa linea però passa per il monte Calvario dove il Salvatore esclamò una volta: “È compiuto“ (Ge. 2:1-3; Gv. 19:28-30; Ap. 21:6). La Sua opera compiuta è la base della nuova creazione. A parte il verbo completare o finire, troviamo anche i verbi fare, formare e creare nel racconto della creazione. Creare viene usato soltanto per il principio originale dei cieli e della terra, la creazione degli animali e la creazione dell’uomo (Ge. 1:1, 21, 27). I verbi fare e formare indicano la formazione della materia esistente. La creazione originale della materia dal nulla è sottintesa nelle parole di Genesi 1:1 (a questo riguardo, vedi anche Sl. 33:6,9; Ro. 4:17b; Eb. 11:3; 2 Pi. 3:5). C’è una differenza tra l’inizio di Genesi 1:1 e quello di Giovanni. Giovanni risale a un passato senza data, prima che il tempo esistesse. Genesi 1:1 sottolinea il principio del tempo e della materia. Qui troviamo l’attività della Parola eterna per mezzo della quale tutte le cose furono fatte.

Come la prima creazione fu stabilita per l’attività della Parola e dello Spirito di Dio, alla stessa maniera viene introdotta la nuova creazione. Dio creò e formò il mondo per mezzo della Parola (cfr. il ripetitivo “Poi Dio disse“ in Genesi 1) e per mezzo

del Suo Spirito (cfr. Ge. 1:2; Sl. 104:30). Quest’opera trova il suo parallelo nella nuova creazione quando ha luogo la nuova nascita tramite la potenza purificante e vivificante della Parola e dello Spirito di Dio (Gv. 3:5; 13:10; 15:3; Gm. 1:18; 1 Pi. 1:23). Dio si sta occupando di noi dal momento stesso in cui Egli mandò la luce dell’Evangelo nelle tenebre della nostra esistenza (2 Co. 4:4,6), così che cresciamo spiritualmente e siamo conformati all’immagine del Figlio di Dio. Questo è il genere di formazione che avviene nella nuova creazione (Ro. 8:29; 2 Co. 3:18). È in questo modo che Dio si occupa del popolo che Egli creò per la Sua gloria (cfr. Is. 43:7,21). Dio ci forma dunque, perché portiamo l’immagine di Suo Figlio, l’ultimo Adamo, affinché Egli possa avere la preminenza in tutte le cose (1 Co. 11:7; 15:4849; Ef. 4:24; Cl. 1:18; 3:10).

Il mistero di Cristo e della Chiesa

Adamo divenne poi progenitore della razza umana – che portò la sua somiglianza dopo la sua caduta nel peccato (Ge. 5:1,3). Adamo, essendo progenitore della famiglia umana, è un tipo del Cristo, che dopo la Sua risurrezione dai morti divenne il Capo di una nuova generazione di uomini. “Adamo era un tipo di Colui che doveva venire“, dice Paolo in Romani 5:14. Sotto molti aspetti, però, Adamo è anche un antitipo di Cristo, come lo si può notare dai netti contrasti menzionati dall’apostolo in Romani 5:12-21. Per la trasgressione di Adamo il peccato è entrato nel mondo e per mezzo del peccato la morte. Il risultato di ciò fu appunto la condanna dei peccatori. Ma per l’ubbidienza di Cristo fino alla morte c’è abbondanza di grazia, giustizia e vita per tutti quelli che sono uniti a Lui.

In 1 Corinti 15 ritroviamo il contrasto tra i due capi di famiglia, questa volta però in relazione al tema della risurrezione. Infatti, siccome per mezzo di un uomo (Adamo) è venuta la morte, così anche per mezzo dell’Uomo (Cristo) è venuta la risurrezione dai morti. Quando Dio formò l’uomo dalla polvere della terra, divenne poi un essere vivente quando Dio gli soffiò nelle narici il soffio vitale. Ma il Cristo risorto divenne uno spirito vivificante soffiando l’alito vitale sui suoi discepoli (Ge. 2:7; Gv. 20:22; 1 Co. 15:45). Mentre i discendenti di Adamo erano naturali e mortali, i discendenti di Cristo sono spirituali e immortali. “Quale è il terrestre, tali sono anche i terrestri, e qual è il celeste, tali saranno anche i celesti“ (1 Co. 15:48). Mentre la creazione del primo uomo fu un grande miracolo per l’incomprensibile unione di spirito e materia, del soffio vitale e della polvere della terra, il mistero della nuova creazione è ancora più grande e più insondabile, la nuova nascita e la risurrezione dai morti di coloro che sono uniti all’Uomo celestiale! Proprio come Adamo ed Eva erano una coppia umana, anche fra Cristo e la Chiesa esiste un vincolo speciale. Eva fu nello stesso tempo la sposa e il corpo di Adamo, essendo “ossa delle sue ossa e carne della sua carne“ (Ge. 2:20-24).

Similmente la Chiesa è allo stesso tempo la sposa e il corpo di Cristo, l’ultimo Adamo (Ef. 5:23-32). Proprio come Eva venne fuori, per così dire, dal fianco di Adamo dopo che un sonno profondo era caduto su di lui, così la Chiesa è il frutto del sonno mortale di Cristo, essendo stata tratta dal Suo fianco forato. Adamo ed Eva furono stabiliti per governare sulla terra e similmente Cristo e la Sua sposa, la Chiesa, regneranno durante il Regno a venire. Un’altra cosa che troviamo in Genesi 2 è l’istituzione del matrimonio come mezzo santificato e benedetto da Dio per una vita in comune dell’uomo e della donna. Cristo fa appunto riferimento a questa istituzione nel Nuovo Testamento (Ge. 2:24; Mt. 19:3-8). Anche le lettere dell’apostolo Paolo ci mostrano che l’ordine della creazione funge da norma per la posizione dell’uomo e della donna (1 Co. 11:7-12; 14:34-35; 1 Ti. 2:12-13). Senz’alcun dubbio si può vedere che non esiste alcuna differenza tra gli uomini e le donne per quanto riguarda la salvezza in Cristo. Sono uguali per quanto concerne la loro posizione in Cristo (Ga. 3:28), ma differenti per quanto riguarda la loro posizione nella creazione. La realtà della salvezza non annulla la realtà della creazione. Ciò deve essere reso manifesto nelle congregazioni dei redenti, poiché là persino gli angeli sono testimoni dell’ordine divino (1 Co. 11:10).

3 LA CADUTA DELL’UOMO NEL PECCATO

La realtà del peccato

Nel Nuovo Testamento sia il Signore Gesù che l’apostolo Paolo citarono i racconti della creazione in Genesi 1 e 2 come base del loro insegnamento circa i ruoli degli uomini e delle donne. Ma si servirono pure della caduta dell’uomo nel peccato, così come ci viene descritta in Genesi 3. È interessante notare come l’apostolo Paolo in 1 Timoteo 2 collega il racconto della creazione con quello della caduta, traendone delle conclusioni riguardo al comportamento dell’uomo e della donna. Presenta due ragioni per cui la donna dovrebbe imparare in silenzio con ogni sottomissione e non dovrebbe esercitare alcuna autorità sull’uomo. La prima ragione si riferisce all’ ordine della creazione: “Adamo fu creato per primo, e poi Eva“. La seconda si riferisce all’ordine della caduta: “Adamo non fu ingannato, ma la donna, essendolo stata, cadde nella trasgressione“ (vv. 13-14). Comunque non è così che finisce in quanto l’apostolo Paolo conclude col conforto della promessa di grazia di Dio: “Ciò nondimeno essa sarà salvata per mezzo della gravidanza“ (v. 15). La caduta e la maledizione non hanno l’ultima parola, poiché – già in Genesi 3 – Dio diede prova della Sua grazia all’uomo caduto offrendogli la speranza della salvezza. Genesi 3 ci spiega come il peccato ha completamente distorto le condizioni originariamente perfette in Eden, così che le cose sono spesso del tutto differenti da come Dio voleva che fossero. Il peccato si fa sentire nelle relazioni tra Dio e l’uomo, nelle reciproche relazioni fra la gente e anche nella relazione dell’uomo in rapporto al creato, che fu affidato alla sua cura.

Il serpente antico

La caduta dell’uomo dallo stato d’innocenza, in cui Dio lo aveva messo, fu il risultato della tentazione del serpente, che era “più astuto di ogni altro animale del campo“ (Ge. 3:1). Il serpente fu usato come strumento da Satana, l’avversario di Dio e dei santi.

Per questa ragione Satana stesso è riconosciuto come “il serpente antico“ (Ap. 12:9). Come diavolo agisce da calunniatore e l’accusatore del popolo di Dio (Ap. 12:10). È chiamato anche il tentatore (1 Te. 3:5). Giovanni lo chiama il maligno (1 Gv. 5:1819). Che va in giro come un leone ruggente, ma che assume anche le sembianze di un angelo di luce (2 Co. 11:14; 1 Pi. 5:8).

Cristo stesso lo chiamò “un omicida sin dal principio“, e “un bugiardo, il padre della menzogna“ (Gv. 8:44). Come padre della menzogna fece dubitare a Eva sia della fedeltà che dell’amore di Dio. Insinuò che Dio avesse privato l’uomo di qualcosa, e che le Sue parole non fossero degne di fiducia. Facendo così privò Dio del Suo onore davanti alle Sue creature, onore che fu ripristinato soltanto da Cristo, che in qualità di Uomo ubbidiente adempì la volontà di Dio, onorandoLo e glorificandoLo sulla terra (Gv. 13:31; 17:4). Eva peccò per prima e poi anche Adamo mangiò del frutto proibito. Paolo fa riferimento a questo sia in 1 Timoteo che in 2 Corinti 11. Proprio come Eva fu ingannata dal serpente in una maniera talmente astuta, che non pensò a chiedere ad Adamo la sua opinione né diede prova di essere leale verso di lui.

Similmente i credenti a Corinti furono sviati dalla semplice e pura devozione verso Cristo (2 Co. 11:3). Qui la relazione tra

l’uomo e sua moglie viene ancora paragonata a quella tra Cristo e la Chiesa. Un riferimento simile si trova in Apocalisse, dove la Chiesa viene accusata d’aver abbandonato il suo primo amore e di essere caduta (!) dalla sua posizione elevata (Ap. 2:4-5).

La natura del peccato

La tentazione si appellò all’uomo nella sua totalità offrendogli l’appagamento sotto ogni aspetto della sua vita: (1) fisicamente – l’albero era buono da mangiare, (2) esteticamente – era piacevole agli occhi, e (3) spiritualmente – era desiderabile per rendere l’uomo intelligente. Ahimé, l’uomo diede ascolto all’astuzia di Satana, che per il suo orgoglio e desiderio di essere come l’Altissimo, divenne egli stesso una creatura caduta (Is. 14:13-14; Ez. 28:17a; 1 Ti. 3:6). Le cose che disse alla donna erano soltanto delle mezze verità. È vero che gli occhi dell’uomo furono aperti, ma soltanto per riconoscere che era un peccatore incapace di stare davanti a Dio. È anche vero che l’uomo ottenne conoscenza del bene e del male, ma non nel modo in cui Dio possiede questa conoscenza. Al contrario, mentre Dio ha gli occhi troppo puri per vedere il male e ne è completamente separato, l’uomo divenne schiavo del peccato. Il suo solo guadagno dal conoscere il bene e il male fu quello di avere poi una cattiva coscienza.

Così Satana riuscì a seminare nel cuore dell’uomo la cupidigia e l’orgoglio. Questi sono i principi cattivi, che hanno contrassegnato il mondo di cui egli d’allora in poi è stato il dio e il governatore (Da. 10; Gv. 14:30; 2 Co. 4:4; Ef. 6:12; 1 Gv. 5:19). Giovanni infatti descrive che tutto ciò che è nel mondo come “il desiderio della carne, il desiderio degli occhi e l’orgoglio della vita“ (1 Gv. 2:16).

La concupiscenza e il cattivo desiderio sono la radice di ogni male, come sappiamo dall’ultimo comandamento della Legge: “Non concupire“ (Es. 20:17; Ro. 7:7). Il cattivo desiderio partorisce solo il peccato, e il peccato produce la morte (Gm. 1:15).

Liberazione dal peccato

Così l’uomo caduto è soggetto al potere del peccato e della morte. Il peccato è talmente radicato nella natura umana che la salvezza è possibile solo se l’uomo viene tagliato via dalle sue vecchie radici e viene innestato in un nuovo fusto. La lettera ai Romani ci insegna che ciò infatti è possibile, in quanto siamo stati uniti a Cristo nella Sua morte e nella Sua risurrezione (Ro. 6:2ss).

Il Figlio di Dio venne per distruggere le opere del diavolo (1 Gv. 3:8). Quando cercò di tentare Cristo vediamo che non poteva toccarlo (Mt. 4:1-11; Mr. 1:12-13; Lu. 4:1-13). Cristo rimanendo radicato nella Parola di Dio fu capace di parare tutti gli attacchi del nemico, in modo che dovette dipartire da lui. Allo stesso modo anche noi dovremmo usare sempre la Parola scritta di Dio. Questo ci da la capacità di vincere e di condurre una vita nello spirito. Il primo uomo peccò nel paradiso, nonostante vivesse in delle circostanze più favorevoli. Ma Cristo, il secondo Uomo, rimase saldo quando fu tentato nel deserto, in delle circostanze più sfavorevoli. Alla fine distrusse il diavolo che aveva l’impero della morte, passando Egli stesso per la morte, sconfiggendo in tal modo l’avversario nella sua propria fortezza (Eb. 2:14-15).

Il Figlio di Dio libera realmente dal potere di Satana, del peccato e della morte (Gv. 8:36). Alla Sua seconda venuta Cristo lo detronizzerà pubblicamente e libererà la creazione dalla schiavitù della corruzione a cui era stata sottoposta non di propria volontà ma per la caduta del primo uomo (Ro. 8:19-22; Ap. 20:1-3).

4 GIUDIZIO E REDENZIONE

Le conseguenze del peccato

Frattanto, persino noi, come figli di Dio stiamo vivendo ancora in un mondo in cui a Satana è dato di aver spazio per le sue attività, in una creazione che tuttavia geme a causa di tutte le conseguenze del peccato. La maledizione sul serpente, di cui parla Genesi 3 pende ancora sull’uomo e sulla donna e sulla terra. Il peccato e la malattia prevalgono, e il paradiso non è che una cosa del passato. Viviamo in un mondo frantumato in cui ogni cosa porta l’impronta dell’imperfezione. Però proprio in questa triste situazione, la luce della grazia di Dio splende, così che possiamo discernere gli importanti temi profetici in questo capitolo del libro della Genesi.

La promessa del seme della donna

In Genesi 3:15 troviamo la promessa del seme, che sarebbe venuto e avrebbe schiacciato la testa del serpente. Si parla generalmente della promessa materna al riguardo, definizione comunque non molto appropriata, dal momento che è parte del giudizio del serpente. In questo verso Dio annuncia l’incessante conflitto tra il seme del serpente e quello della donna, tra i figli del diavolo e i figli di Dio (Gv. 8:38-47; 1 Gv. 3:8-10).

Alla fine, comunque, vediamo che il seme della donna si riferisce a Cristo, nato dalla vergine Maria – non da Giuseppe. Cristo non è soltanto il seme della donna (Ga. 4:4), ma anche il seme di Abrahamo il patriarca (Ga. 3:16), e il seme del re Davide (1 Cr. 17:11-14; Mt. 1:1). Mediante la Sua morte e risurrezione Egli ha schiacciato la testa di Satana, mentre Satana schiacciò il Suo calcagno, causando la Sua morte alla croce. Anche noi, essendo figli di Dio, siamo partecipi della vittoria di Cristo, poiché il Dio della pace schiaccerà presto Satana sotto i nostri piedi (Ro. 16:20).

Questa spiegazione allegorica del giudizio del serpente non ne esclude l’applicazione letterale. L’animale che Satana usò come strumento, fu umiliato a mangiare la polvere della terra: “Tu camminerai sul tuo ventre e mangerai la polvere“ (Ge. 3:14). Neppure nel Regno di pace a venire sarà rimosso questo giudizio: “E il serpente si nutrirà di polvere“ (Is. 65:25). Per quanto riguarda Satana stesso, sarà umiliato in più tappe. Dapprincipio fu giudicato alla croce, quando indusse il mondo a ribellarsi contro Dio e il Suo Unto. Il verdetto comunque non sarà eseguito, se non dopo la sua espulsione dal cielo; poi sarà umiliato ancora di più quando sarà lanciato in una profondità sconfinata (nell’abisso) e infine – alla fine del Millennio – sarà gettato nel lago di fuoco e di zolfo (Ap. 12:9; 20:2,3,10).

Il giudizio sull’uomo

Mentre il serpente fu il primo ad essere giudicato da Dio, l’uomo fu il primo a rispondere al Giudice. Dio gli fece qualche domanda per provarlo: “Dove sei? (...) Che cosa è che hai fatto?“ (vv. 9-13). A causa della sua caduta l’uomo ora è separato da un santo Dio. D’ora innanzi è un peccatore che commette trasgressioni e peccati.

Adamo cercò di dare la colpa ad Eva, che a sua volta diede la colpa al serpente. Tutti e tre furono puniti, ma in ordine inverso e cioè: (1) il serpente, (2) la donna e (3) l’uomo. Il giudizio di Dio fu giusto ed equilibrato, e si riferiva solo alla vita qui sulla terra e non a un giudizio eterno. Poiché la grazia e la bontà di Dio attenuarono poi il giudizio. Alla donna infatti fu concessa la gioia di essere madre, malgrado le sofferenze del parto, e all’uomo fu concessa la soddisfazione del lavoro, malgrado la dura fatica. Per questa ragione si potrebbe parlare di un giudizio benigno. D’altra parte però rimane un giudizio abbastanza tangibile e concreto, poiché queste benedizioni naturali sono avvolte da “spine e cardi.“

La grazia di Dio verso l’uomo

Dio nella Sua grazia andò incontro all’uomo caduto. Gli diede il tempo di rinvenire e gli venne incontro nella quiete della frescura del giorno. Non venne in una nuvola oscura con fuoco e tuono come sul monte Sinai. Dio parlò con calma e serietà convincendo l’uomo del peccato e della colpa e offrendogli allo stesso tempo la Sua grazia nella promessa del futuro Redentore. Dalla storia possiamo concludere che Adamo per fede accettò la promessa di Dio concernente il seme della donna: “E Adamo diede a sua moglie il nome Eva, perché fu la madre di tutti i viventi“ (Ge. 3:20). J.N. Darby nella sua introduzione alla Bibbia fa notare a questo riguardo: ’Prima di essere espulso [dal giardino], Adamo, per fede, come sembra, riconosce la vita nel luogo in cui era entrata la morte. Ma c’è di più.

C’è la promessa fatta alla donna, quella del seme, che avrebbe schiacciato la testa del serpente: il Cristo, il Seme della donna mediante la quale entrò il male nel mondo, avrebbe distrutto il potere del nemico.’ Nei versetti successivi troviamo altre prove della grazia di Dio verso l’uomo, malgrado la gravità della caduta. La prima fu che Dio stesso vestì il peccatore, coprendo la sua nudità. Dio gli tolse il vestimento fatto dalle foglie di fico: vestimento della propria giustizia dell’uomo e delle sue opere buone, e li vestì invece con abiti di pelle: “Il Signore Iddio fece per Adamo e sua moglie anche delle tuniche di pelle e li rivestì“ (Ge. 3:21).

A questo scopo Dio doveva prima sacrificare e versare il sangue di un animale innocente. Dio stesso fu il primo a presentare un sacrificio! A questo riguardo non possono non essere ricordate le parole di Abrahamo a suo figlio Isacco: “Figlio mio, Dio provvederà Egli stesso l’agnello per l’olocausto“ (Ge. 22:8). È solo sulla base della morte di un agnello propiziatorio che Dio può mostrare grazia al peccatore e rivestirlo col “manto della giustizia“ (Is. 61:10).

L’espulsione dal giardino

Vediamo dunque che le prospettive di Dio non erano quelle che l’uomo vivesse come peccatore per sempre. Nel suo stato di caduta non gli si poteva permettere di mangiare dell’albero della vita, poiché ciò avrebbe significato che l’uomo sarebbe rimasto per sempre in questo stato (Ge. 3:22). Così fu espulso dal giardino di Eden, e la via all’albero della vita fu bloccata da cherubini con la spada fiammeggiante (Ge. 3:24). Adesso, tuttavia, per la Sua morte espiatrice, Cristo ha aperto un paradiso migliore, quello celeste, per coloro che credono in Lui (Lu. 23:43; 2 Co. 12:4; Ap. 2:7; 22:1-2,14,17). La via all’albero della vita e al fiume dell’acqua della vita in questo Paradiso di Dio è aperta per coloro che credono: “Chi ha sete venga, e chi vuole prenda in dono l’acqua della vita“ (Ap. 22:17).

5 CAINO ED ABELE

I contrasti tra Caino ed Abele

Le Scritture delineano un netto contrasto tra questi due fratelli, non solo in Genesi 4, ma anche nel Nuovo Testamento (Mt. 23:35; Eb. 11:4; 1 Gv. 3:7-12; Gd. 11). Le differenze sono evidenti nelle loro opere, nei sacrifici che offrirono, come pure nei differenti modi in cui camminavano. In definitiva si tratta del contrasto di base tra Dio e il diavolo, tra la luce e le tenebre, tra la vita e la morte. La storia di Caino e di Abele conferma le parole di Paolo che la luce non ha nessuna comunione con le tenebre, e che il fedele non ha nessuna parte con l’infedele (2 Co. 6:14-15).

All’inizio pare che la differenza non sia tanto grande, in quanto tutti e due i fratelli sembravano temere Dio. Caino cominciò da persona religiosa, ma finì come uno che vive nel mondo senza Dio e senza speranza. Perché se ne andò dalla presenza del Signore (Ge. 4:16; Ef. 2:12). Si allontanò da Dio continuando la propria via, una via che porta alla distruzione. Le sue opere erano malvagie (1 Gv. 3:12).

Le offerte dei due fratelli

Nel corso del tempo avvenne che Caino portò all’Eterno un sacrificio del frutto del terreno. Ma era invano. Dio non apprezzò Caino e il suo sacrificio. (Ge. 4:3-5). Caino portò un sacrificio incruento, non tenendo così conto del fatto che l’abisso creatosi fra Dio e l’uomo caduto poteva essere colmato solo per la morte di un sostituto. Perché senza spargimento di sangue non c’è remissione dei peccati (Eb. 9:22). Neppure considerò il fatto che il terreno era stato maledetto da Dio (Ge. 3:17; 5:29). Si presentò davanti a Dio con il risultato del proprio duro lavoro di agricoltore, aspettandosi che Dio avrebbe apprezzato i suoi sforzi e avrebbe visto con favore l’opera delle sue mani. Tuttavia, questo non fu il caso, in quanto l’Eterno non riguardò né Caino né il suo sacrificio.

Abele, invece, portò un sacrificio migliore, “un sacrificio più eccellente di quello di Caino“ (Eb. 11:4). Portò dei primogeniti del suo gregge e del loro grasso (Ge. 4:4). Fu un sacrificio cruento, un’offerta fatta con fuoco. Il dolce aroma di questa offerta giunse all’Eterno ed era accettevole per Lui. Per questo Dio apprezzava Abele e i suoi doni. Proprio come questo sacrificio rese Abele accettevole davanti a Dio, così Dio accettò noi nell’Amato Figliuolo, in virtù del Suo sacrificio (Ef. 1:6-7; 5:2).

Con le sue opere Abele diede una chiara testimonianza riguardo al modo di vivere, che Dio aveva mostrato ad Adamo ed Eva vestendoli con tuniche di pelle (Ge. 3:21). Caino, invece, voleva avvicinarsi a Dio sulla base dei suoi sforzi (Caino significa ’acquisizione’). Ma Dio non gradì questo, perché senza fede in un sacrificio espiatorio è impossibile piacerGli. Abele capì questo, e per fede offrì un sacrificio più eccellente di quello di Caino. Così fu giustificato per fede: lui stesso fu ritenuto giusto davanti a Dio e anche le sue opere (Eb. 11:4; 1 Gv. 3:12). Il senso del nostro stato peccaminoso e della nostra totale depravazione ci fa riconoscere la necessità di una tale offerta. Il nome Abele significa “soffio“ o “vanità“.

Caino, il primo omicida

Ma il favore che Dio mostrò ad Abele fomentò solo la gelosia e l’odio nel cuore di Caino. Quando i due erano nel campo, Caino si levò contro Abele, suo fratello e lo uccise (Ge. 4:8), divenendo così il primo omicida. Il peccato prende diverse forme e sfumature. Adamo peccò contro Dio, mentre Caino peccò contro il suo prossimo. Inoltre, Caino mostrò una combinazione di iniquità interiore e violenza esteriore. Questa è la maniera in cui il peccato, dopo averlo nutrito nel cuore si manifesterà all’esteriore. Più tardi incontriamo di nuovo questa combinazione: “La terra era dunque corrotta davanti a Dio e ripiena di violenza“ (Ge. 6:11; cfr. v. 5).

Perfino dopo il suo crimine Dio trattò Caino in grazia, nonostante Lui lo avesse avvertito della potenza del peccato che stava in agguato (Ge. 4:7). Ma Caino rifiutò di ascoltare. Dopo che Caino aveva ucciso Abele, Dio gli andò incontro e gliene chiese conto. Malgrado la condanna all’esilio per il resto della sua vita, Dio gli risparmiò la vita, perché la pena di morte non esisteva ancora (cfr. Ge. 9:5-6). È chiaro che si trattava di omicidio volontario e che Caino era meritevole di morte. Ma gli fu mostrata grazia da parte di Dio, che gli mise persino un marchio, affinché nessuno, trovandolo, lo uccidesse e fuggisse impunito (Ge. 4:15,24).

È anche importante notare che Dio stesso fece da vendicatore di sangue, dal momento che a quel tempo non c’era nessun governo umano. Così Dio si prese cura degli interessi di Abele e chiese conto a Caino di quello che aveva fatto: “Cosa hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a Me dalla terra“ (Ge. 4:10).

Caino, il primo omicida, una figura peculiare del popolo incredulo d’Israele, colpevole della morte di Cristo. Proprio come Caino, che dopo la morte di Abele, divenne fuggiasco e un vagabondo sulla terra, così gli Israeliti furono dispersi fra le nazioni dopo che il Messia fu colpito e tolto dalla terra dei viventi. La terra è divenuta ’il campo di sangue’ per loro fino al giorno d’oggi (Mt. 27:8). Ma alla fine dei tempi Dio trasformerà la cattività del Suo popolo.

Caino se ne andò via dalla presenza dell’Eterno (come Giona, cfr. Gn. 1:3), e si stabilì nella terra di Nod (significa ’errante’ o ’fuga’). La sua attitudine è tipica dell’uomo che si è allontanato da Dio e il cui cammino lo porta ad allontanarsi sempre di più da Lui. La via di Caino mena alla rovina (Gd. 11). Nonostante Caino sembrasse rendersi conto della sua colpa, non si ravvide a salvezza; la sua afflizione era quella di questo mondo che produce la morte (Ge. 4:13; 2 Co. 7:10).

Abele e Cristo

Consideriamo Abele una figura di Cristo, in quanto il Nuovo Testamento ci mette in evidenza che il sangue di Cristo parla di cose migliori di quelle di Abele (Eb. 12:24). Poiché, mentre il sangue di Abele gridava vendetta sul peccatore, il sangue di Cristo parla della redenzione che Egli ottenne per i peccatori.

La morte di Cristo non esige punizione, ma redenzione, remissione e salvezza: “Padre, perdona loro, che non sanno quello che fanno“ (Lu. 23:24; At. 3:17ss). Sebbene fosse tolto via dalla terra dei viventi, sappiamo che ciò avvenne precisamente come Dio aveva stabilito per Lui, perché portasse molto frutto (Gv. 12:24). Per la Sua morte e risurrezione Cristo è divenuto il Capo di una nuova generazione. Dopo la Sua liberazione dalle sofferenze della morte, Egli è apparso in mezzo a un popolo riscattato dove Egli canta le lodi di Dio (Sl. 22:22-23; Eb. 2:12). Essendo stato sacrificato a cagion del peccato ed avendo espiato il peccato di molti, ha visto il Suo seme, una discendenza di credenti (Is. 53:10-12).

6 I FIGLI DELLA LUCE E DELLE TENEBRE

Seth, il sostituto di Abele

Come Abele raffigura il Cristo morto, così Seth raffigura il Cristo risuscitato. Poiché Seth, il cui nome significa sostituzione (cfr. Ge. 4:25), prese il posto del defunto Abele. Divenne il capostipite dei figli della luce, il seme della donna, mentre Caino divenne il capostipite degli empi, il seme del serpente, la linea delle tenebre.

Queste due linee in Genesi 4 e 5, la linea empia di Caino e quella divina di Seth, sono diametralmente opposte l’una all’altra. Questo spiega perché questi capitoli corrispondono al primo giorno della creazione, quando Dio separò la luce dalle tenebre, il giorno dalla notte (Ge. 1:3-5).

Perciò il contrasto tra i due fratelli, Caino ed Abele, continuò a sussistere in queste due famiglie. La discendenza di Caino era opposta a quella di Seth che rimpiazzò Abele. In maniera simile i figli di questo mondo sono opposti ai figli di Dio che portano l’immagine del Signore risuscitato. Prendiamo come nostro esempio il Capo della nuova creazione? In tal caso, avremo le caratteristiche dei figli della luce come descritti in questi due capitoli.

I discendenti di Seth

Fra la discendenza di Seth troviamo molti modelli di credenti: (1) Credenti come Enosh (significa ’mortale’), che invocò il nome dell’Eterno nella consapevolezza della propria fragilità e mortalità (Ge. 4:26; Sl. 8:4; 144:4). (2) Figli della luce come Enoc (significa ’consacrato’ o ’insegnante’), che camminò con Dio e ricevette discernimento per la comprensione dei piani e dei pensieri di Dio e persino del lontano futuro (Ge. 5:22,24; Eb. 11:5; Gd. 14-15). (3) Figli del giorno come Noè (significa ’riposo’ o ’conforto’), che trovò grazia agli occhi di Dio e come messaggero di un nuovo giorno, portò conforto a una terra maledetta (Ge. 5:29; 6:8; Eb. 11:7; 1 Pi. 3:19-22; 2 Pi. 2:5; 3:5-6).

Illustrazioni del tempo finale

Noè, predicatore di giustizia (2 Pi. 2:5), fu salvato da Dio nell’arca, quando portò il diluvio sul mondo degli empi. Cristo stesso paragonò i giorni di Noè prima del diluvio ai giorni della Sua venuta (Mt. 24:37-39).

In altre parole, questo periodo è un’immagine degli ultimi giorni prima della venuta del Figlio dell’Uomo. Egli verrà inaspettatamente, come un ladro di notte, e la Sua venuta porterà un giudizio devastante sugli empi. E inoltre l’ingiustizia sulla terra sarà tale, che il giudizio di Dio non tarderà.

Il diluvio ci parla della marea dell’ira di Dio che inonderà la terra alla fine dei tempi, e indica inoltre il giudizio finale che sarà eseguito non per mezzo dell’acqua ma per mezzo del fuoco (2 Pi. 3:7). Il rapimento di Enoc in cielo – interrompendo il ritornello “(...) e morì“ in Genesi 5 – è un’immagine del rapimento dei santi. Proprio come Enoc fu portato via dalla terra prima del grande diluvio, così la Chiesa sarà rapita per incontrare il signore nell’aria prima dei giudizi apocalittici (1 Te. 4:15-18; Ap. 3:10).

Noè, al contrario, fu salvato attraverso le acque del diluvio che devastarono la terra. Sotto questo aspetto Noè è una figura del rimanente del popolo d’Israele, che sarà custodito attraverso i giudizi della grande tribolazione, così da poter entrare nella nuova terra millenaria.

La linea di Caino

Il libro della Genesi mette nettamente in contrasto i figli della luce con la famiglia di Caino: l’uomo senza Dio, che divenne il fondatore di una civiltà senza Dio. Sebbene vivesse lontano dalla presenza dell’Eterno, Caino cercava tuttavia un luogo sicuro sulla terra. Costruì la prima città nella storia umana, e la chiamò Enoc – secondo il nome suo figlio (Ge. 4:17).

Nimrod (significa ’ribelle’) divenne il secondo costruttore di città conducendo l’umanità in aperta ribellione contro Dio (Ge. 10:10-12). Abrahamo, tuttavia, è l’esempio eccellente che dovremmo tenere in mente. In questo mondo senza Dio, Abrahamo divenne un pellegrino, incamminandosi verso una città celeste, il cui architetto e costruttore è Dio Stesso (Eb. 11:10).

Sebbene l’uomo fosse alienato da Dio, le prove della bontà di Dio non si ritirarono da lui. Poiché Egli fa sorgere il sole sopra i buoni e sopra i malvagi, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti (Mt. 5:45). Ci dà dal cielo piogge e stagioni fruttifere e riempie così i nostri cuori di cibo e di gioia (At. 14:17).

Tuttavia, malgrado tutte le prove della grazia di Dio, il cammino di Caino lo portò sempre di più lontano da Dio. È molto improbabile che suo figlio Enoc conoscesse i pensieri di Dio, come fu il caso del suo omonimo della linea divina di Seth:

Enoc, il settimo da Adamo (Gd. 14). È vero che i discendenti di Caino mostrarono di essere gente molto creativa, ma si servirono della loro abilità nel forgiare per fabbricare armi e delle loro capacità musicali per comporre un canto di vendetta! La linea di Caino termina nella forza bruta di Lamec (Ge. 4:2324).

La corruzione dell’uomo

Genesi 6 mostra la degenerazione completa della razza umana senza Dio. La malvagità degli uomini era grande sulla terra, e la terra era ripiena di violenza. Dopo la caduta, l’uomo camminava secondo la luce della sua coscienza che lo aiutava a discernere tra il bene e il male. Siccome non era stato ancora istituito nessun governo umano e la malvagità dell’uomo non veniva punita immediatamente, ne risultò una corruzione universale.

Avendo mostrato la Sua pazienza per tanto tempo, Dio intervenne e mise fine a questo stato di cose tramite il giudizio diluviale. Solo dopo il diluvio furono istituite le autorità umane così da arginare il male dell’uomo – in particolare la violenza umana e lo spargimento di sangue (Ge. 9:5-6).

In questo periodo terribile prima del diluvio possiamo vedere anche gli influssi satanici all’opera: In Genesi 6:1-4 leggiamo circa i matrimonii tra i “figli di Dio“ (cioè, angeli caduti che non hanno mantenuto il loro primiero stato, cfr. Gb. 1 e 2; 2 Pi. 2:4; Gd. 6), e le figlie degli uomini. Dopo la distruzione di tutte queste relazioni illegittime nel diluvio, gli influssi del male presero una forma differente mediante l’introduzione dell’idolatria – l’adorazione dei demoni (De. 32:17; Gs. 24:2; 1 Co. 10:20). Abrahamo fu chiamato ad abbandonare quel mondo idolatra, affinché divenisse il progenitore di un popolo che sarebbe stato appartato per il Signore.

L’aumento dei poteri diabolici prima del diluvio conferma il parallelo tra quest’epoca e il tempo della fine prima del ritorno del Signore, un periodo che sarà contrassegnato da una attività satanica senza precedenti (Mt. 24:11,15,24; 2 Te. 2:3ss; Ap. 13). Vegliamo dunque e camminiamo come figli della luce e figli del giorno. Poiché Dio non ci ha destinati all’ira – i giudizi di Dio colpiranno il mondo degli empi – ma ci ha destinati ad ottenere la salvezza per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo, che morì per noi, perché viviamo insieme a Lui (1 Te. 5:4ss).

7 L’ARCA DI NOÈ

Il significato delle “acque“

La vita di Noè fu caratterizzata dalle acque in due aspetti diversi. È chiaro che per prima cosa pensiamo alle acque del diluvio per le quali il mondo di allora perì (2 Pi. 3:6). Nelle Scritture l’acqua ha spesso un significato positivo come una delle necessità primarie della vita umana (cfr. Gv. 7:37-39; 1 Co. 10:4; Ap. 22:17). Ma è anche usata per indicare cose negative, come maledizioni e giudizi (cfr. Sl. 42:7; 66:12; 69:2; 109:18). Le acque del diluvio vennero sulla terra in forma di giudizio devastante, da cui solo Noè fu salvato nell’arca – mezzo di salvezza per lui e per la sua famiglia.

Qualche volta nelle Scritture il termine “acque“ viene anche adoperato come un’immagine di moltitudini turbolenti e irrequieti (Is. 8:7-8; Gr. 47:2; Ap. 17:15). Questo significato metaforico della parola si riscontra pure nella vita di Noè nei giorni dopo il diluvio. Una nuova era dunque cominciò quando i popoli e le nazioni furono separati sulla terra come le acque che si espandono in ogni direzione.

L’arca di salvezza

L’arca di Noè è un’immagine bellissima di Cristo, come Arca della nostra salvezza. Il mondo di allora perì inondato dalle acque. Le onde e e i flutti del diluvio sono tipici dell’ira di Dio a venire. Senza Cristo siamo perduti, e l’ira di Dio rimane su di noi (Gv. 3:36). Solo in Lui siamo al sicuro dalle acque del giudizio, poiché “non vi è ora alcuna condanna per coloro che sono in Cristo Gesù“ (Ro. 8:1).

Cristo ci protegge dal giudizio. Le acque della morte se ne sono andate per sempre ora che Egli ci ha introdotti in un nuovo mondo, dove possiamo stare dinanzi a Dio su un fondamento completamente nuovo – sul fondamento della risurrezione. Anche il battesimo ne è un’espressione: il lavacro dell’acqua simboleggia da un lato, la morte, dall’altro, la nuova vita in Cristo Gesù il Signore (Ro. 6:3-4; 1 Pi. 3:20-21). Noi fummo sepolti con Lui per mezzo del battesimo nella morte, così da ottenere una nuova posizione e camminare in novità di vita.

Qualcosa di simile si può notare nella vita di Mosè. Fu ’sepolto’ nelle acque del fiume Nilo in una cesta di giunchi e in questo modo fu salvato attraverso le acque, tirato fuori dalle acque della morte. In Genesi 6 e Esodo 2 troviamo la stessa parola ebraica per l’arca di Noè e la cesta in cui Mosè fu salvato. Si osservino i seguenti dettagli della descrizione dell’arca nel libro di Genesi e il loro significato tipologico:

(1) L’arca di Noè era una enorme cassa di legno lunga trecento cubiti, larga cinquanta cubiti e alta 30 cubiti (un cubito corrisponde a circa mezzo metro). Essa aveva tre piani con compartimenti o camere, spazi utilizzati per le provviste. Aveva un’entrata laterale, una porta che fu chiusa da Dio stesso (Ge. 6:16; 7:16). Aveva anche una finestra in cima, che più tardi fu aperta da Noè per mandare fuori prima il corvo e poi la colomba (Ge. 8:6-8).

(2) Quando consideriamo l’arca come figura di Cristo, Arca della nostra salvezza, il legno, frutto della terra, vediamo che esso simboleggia la Sua vera natura umana (cfr. Is. 4:2; 53:2). Vi è un solo mediatore tra Dio e gli uomini, l’Uomo Cristo Gesù (1 Ti. 2:5).

(3) Noè dovette rivestire l’arca all’interno e all’esterno di bitume. Queste due parole affini in ebraico si traducono con “(fare un’) espiazione“ e riscatto nel resto del Vecchio Testamento. Questo rivestimento è una figura del potere espiatorio del sangue di Cristo, che copre i nostri peccati e ci rende accettevoli a Dio e ci libera dal giudizio.

(4) La porta laterale dell’arca ci rammenta il costato trafitto di Cristo, che aprì ai peccatori la via della salvezza (Gv. 19:34-35; 1 Gv. 5:6-9). Cristo è la porta. Se uno entra per mezzo di Lui, sarà salvato (Gv. 10:9).

(5) Le camere o celle (lett. “nidi“) parlano della protezione e della sicurezza che sono la porzione di tutti quelli che sono in Cristo: “Ora dunque, figlioletti, dimorate in Lui“ (1 Gv. 2:28). In questo modo Egli sarà un santuario (Is. 8:14). Ricordiamo che il tempio di Salomone aveva anche delle camere in tre piani, proprio come nell’arca (Ge. 6:16; 1 Re 6:4-5). Nella casa di Dio ci sono molte dimore, poiché c’è spazio per chiunque crede.

(6) L’arca aveva anche una finestra, un’apertura per la luce. Allo stesso modo Cristo rivelò la luce dall’alto, luce divina che risplende in una scena di tenebre e di confusione (Gv. 1:9; 3:12, 31-32). Abbiamo luce nelle nostre dimore.

(7) Infine abbiamo la preparazione dell’arca. L’arca di Noè è anche d’insegnamento pratico per i genitori cristiani. Proprio come Noè preparò un’arca per la salvezza della sua famiglia (Eb. 11:7), in tal modo essi dovrebbero condurre i loro figli a Cristo portandoli in un luogo sicuro.

Un nuovo principio

Quando le acque si furono prosciugate dalla superficie della terra, la colomba che mandò fuori Noè trovò un luogo dove poter posar il suo piede. La colomba è un’immagine dello Spirito santo (Gv. 1:32-34). Lo Spirito Santo discese e rimase su Cristo, perché Egli era il Figlio amato, nel quale il Padre si era compiaciuto. Nessun peccato fu trovato in Lui, perciò Dio poteva sigillarlo.

Dopo la croce e la glorificazione di Cristo in cielo, lo Spirito Santo trovò un luogo di riposo permanente sulla terra, nell’Ecclesia dell’Iddio vivente (Gv. 7:39; 16:7; At. 2:33; 1 Co. 3:16). Le acque del giudizio ci hanno lasciato per sempre, e Dio ci ha dato il Suo Spirito Santo, “lo Spirito di Suo Figlio“ (Ga. 4:6). Dio si compiace di noi sulla base dell’opera compiuta da Cristo alla croce. Avendo creduto in Cristo ci ha sigillati con lo Spirito Santo, e dovremmo camminare in novità di vita per lo Spirito. Allora porteremo frutto per Dio, proprio come una “foglia d’ulivo strappata di fresco” si trovò sulla nuova terra, purificata dalle acque del diluvio (Ge. 8:11; cfr. Za. 4).

8 IL PATTO NOETICO

La base del patto

Dopo aver lasciato l’arca e aver messo piede sulla nuova terra, Noè costruì un altare all’Eterno e offrì olocausti di ogni specie di animali puri e di uccelli puri (Ge. 7:2; 8:20). In questo modo rese omaggio a Dio per la Sua meravigliosa salvezza.

L’olocausto col suo profumo soave (lett. “profumo di riposo“) salendo davanti a Dio è un’immagine del sacrificio di Cristo, di cui Dio è pienamente soddisfatto (Ge. 8:21; Le. 1:9; Ef. 5:2; Eb. 9:14). Abbiamo già visto la grande importanza di un sacrificio, in cui il sangue espiatorio fu versato, nella vita di Abele e della prima coppia umana (Ge. 3 e 4). In Genesi 22 troviamo inoltre un’indicazione che il Figlio del Padre stesso doveva deporre la Sua anima fino alla morte e divenire l’Agnello di Dio.

I sacrifici offertivi da Noè, costituivano la base del patto di Dio con lui, i suoi discendenti e ogni creatura vivente di sulla faccia della terra (Ge. 9:9-10). D’ora innanzi l’uomo sarebbe vissuto su una terra pulita in virtù del sacrificio accettevole dell’olocausto, e avrebbe trovato favore presso Dio, nonostante non fosse poi migliore di quelli vissuti prima del diluvio. Perchè i disegni del cuore dell’uomo “sono malvagi fin dalla sua fanciullezza“ (Ge. 6:5; 8:21).

L’uomo godeva del favore di Dio solo grazie al suo sacrificio, il cui profumo soave salì a Dio e Gli diede riposo. Così Dio concesse il Suo favore a Noè e ai suoi discendenti e ad ogni carne che era sulla terra. Persino la terra ne trasse beneficio, e anch’essa fu inclusa nel patto di Dio (Ge. 8:21-22; 9:11-13).

Allo stesso modo Dio stesso mostra la Sua benevolenza verso l’uomo sulla base del sacrificio di Cristo, anche se alla croce si rivelò pienamente la corruzione dell’uomo. Dio è paziente verso l’uomo, e gli annuncia la Buona Novella. Dio permette tuttavia che la terra sussista e sostiene ogni cosa per mezzo della Sua potenza. Questa è, per noi fedeli, una prova evidente del favore di Dio e del valore dell’opera compiuta di Cristo. Ciò ci apre anche la speranza di un nuovo cielo e di una nuova terra sulla base della Sua opera!

I provvedimenti del patto

Dio dunque preparò un nuovo inizio con Noè, che divenne il primo governatore del nuovo mondo dopo il diluvio. Ricevette una posizione paragonabile a quella di Adamo come vicereggente (Ge. 1:28; 9:1ss). Ci sono, comunque, delle differenze rilevanti fra Adamo e Noè, come il fatto che d’allora in poi il governo dell’uomo sul regno degli animali sarebbe stato marcato da paura e terrore (Ge. 9:2). Ciò non lo troviamo dal principio della creazione, quando ogni cosa, che Dio aveva creato era buona. Questo dà prova che l’armonia originale tra le creature era stata turbata.

Inoltre, “Ogni cosa che si muove e ha vita vi servirà di cibo, io vi do tutte queste cose, vi do anche l’erba verde“ (Ge. 9:3). Per la prima volta leggiamo qui del cibo animale per l’uomo, poiché fino ad allora sia all’uomo che alla bestia era stato dato come nutrimento solo l’erba verde (Ge. 1:29-30). Questa nuova dieta conteneva una lezione spirituale importante per l’uomo caduto, cioè che l’uomo doveva vivere per mezzo della morte di un sostituto! Questa è una verità che i vegetariani per esempio erroneamente rigettano (1 Ti. 4:3-5).

Tuttavia, c’era, per quanto concerne il mangiare della carne, una restrizione: “Ma non mangerete carne con la sua vita, cioè il suo sangue“ (Ge. 9:4). Bisognava mangiarla senza sangue. In tal modo chi la mangiava avrebbe riconosciuto che solo Dio, il Creatore, aveva il diritto sulla vita che è nel sangue (Le. 7:26-27; 17:10-14). Il sangue non fu dato come cibo, ma come mezzo d’espiazione per l’uomo peccatore: “Per questo vi ho ordinato di porlo sull’altare per fare l’espiazione delle vostre anime, perché è il sangue che fa l’espiazione per la vita“ (Le. 17:11; cfr. Ro. 3:25).

Atti 15 fa riferimento a questa regola. Questo capitolo conferma che, in virtù del patto noetico, il divieto di mangiare il sangue non valeva soltanto per Israele ma per tutta l’umanità. Perciò i fedeli fra i gentili dovevano astenersi dalle contaminazioni degli idoli, dalla fornicazione, dalle cose soffocate e dal sangue (At. 15:20). Queste istruzioni si basano sull’ordine della creazione e sul patto di Dio con Noè, ed hanno una portata più grande del patto mosaico.

Successivamente al divieto di mangiare sangue, troviamo il divieto di versare il sangue dell’uomo, cosa meritevole di morte. In questo modo fu stabilita la santità della vita umana: “Chiunque spargerà il sangue di un uomo, il suo sangue sarà sparso per mezzo di un uomo, perché Dio ha fatto l’uomo a Sua immagine“ (Ge. 9:6). Ciò implicava l’istaurazione di un governo umano: autorità messe al governo per eseguire questa sentenza, punendo e limitando così il male (cfr. Ro. 13:1-4).

Un patto eterno

La parola “patto“ ricorre per la prima volta nella storia di Noè (Ge. 6:18; 9:9-17). Ma il peccato di Adamo può essere considerato come una rottura del patto edenico (Os. 6:7). Il patto noètico è più che altro unilaterale: esso è una promessa divina che non ci sarà mai più un diluvio a distruggere la terra e l’umanità (Ge. 9:11).

Come già menzionato, esso ha un carattere universale, in quanto non abbraccia (comprende) solo l’umanità, ma anche il regno degli animali e la terra, insomma tutta la creazione (Ge. 9:9ss). Dio lo chiamò anche un patto eterno (Ge. 9:16). Il patto noètico sussisterà tanto quanto la terra, vale a dire, fino al giorno in cui la terra sarà distrutta non per mezzo dell’acqua, ma del fuoco (2 Pi. 3:3ss).

Infine, Dio diede un segno visibile del Suo patto: l’arcobaleno sarà visto nelle nuvole per rammemorarci la fedeltà di Dio. L’arco assicura all’uomo che non esistono limiti alla bontà di Dio. Quando comincia a piovere la gente può vedere l’arcobaleno nelle nuvole e sapere che non ha bisogno di temere un altro diluvio universale. Ma c’è qualcosa di più importante: questo segno ricorda Diodella Sua promessa, di non distruggere più la terra mediante l’acqua (Ge. 9:16).

9 LA PROFEZIA DI NOÈ E L’UMANITÀ DOPO IL DILUVIO

Noè, il governatore sulla nuova terra

Dopo il diluvio Noè fu il primo a fare da governatore sulla nuova terra. Ma ahimè, ben presto venne meno perdendo l’autocontrollo, quando cadde nell’ubriachezza. Non c’è niente di male nel frutto di per sé della vite; era persino una delle benedizioni della Terra Promessa. Ma le Scritture si oppongono all’abuso del vino. I fedeli sono chiamati ad essere sobri e vigilanti, a non ubriacarsi di vino, poiché ciò conduce all’immoralità (De. 8:8; Gc. 9:13; Sl. 104:15; Ro. 13:13; Ef. 5:18; 1 Te. 5:6-7; 1 Ti. 5:23).

Quando Noè era ubriaco, non sapendo più quello che faceva, si scoprì in mezzo alla sua tenda. Suo figlio Cam vide la nudità di suo padre e lo raccontò ai suoi due fratelli che stavano fuori (Ge. 9:21-22; cfr. Le. 18:6ss). A differenza dei suoi fratelli Sem e Jafet che – in maniera decorosa – coprirono Noè, Cam non agì con discrezione. Quando Noè si svegliò dalla sua ebbrezza e seppe quello che gli aveva fatto Cam, pronunciò un giudizio importante (Ge. 9:25-27). Simili dichiarazioni profetiche furono fatte dai patriarchi Isacco e Giacobbe (Ge. 27 e 49).

La maledizione di Canaan

La profezia di Noè consisteva di due parti: una benedizione e una maledizione. Cam fu maledetto per il suo comportamento vergognoso nei riguardi di suo padre. Ma propriamente fu suo figlio Canaan ad essere colpito: “Maledetto sia Canaan! Egli sia il servo dei servi dei suoi fratelli!“ (Ge. 9:25). Sulla base di questo passo non può essere giustificata la discriminazione della razza nera (Cam significa ’caldo’ o ’nero’). Perché la maledizione si limitò chiaramente a Canaan, ed ebbe il suo largo adempimento nella conquista della Terra Promessa da parte degli Israeliti – sebbene il soggiogamento dei Cananiti ebbe luogo molti secoli dopo, poiché ai giorni di Abrahamo la loro iniquità non era ancora giunta al colmo (Ge. 15:16).

In questo modo Canaan fu reso schiavo di Sem: “E sia Canaan suo servo (di Sem cioè)“ (Ge. 9:26b). La stessa cosa leggiamo riguardo a Jafet: “E sia Canaan suo servo“ (di Jafet cioè) (Ge. 9:27b). La schiavitù di Canaan sotto Jafet si è manifestata chiaramente attraverso la storia, in quanto questo paese fu soggiogato dai poteri mondiali circostanti, come i Medi e i Greci che sono discendenti di Jafet.

Le benedizioni per Sem e Jafet

Sem e Jafet tuttavia furono benedetti. Il loro padre Noè li benedisse con le seguenti parole: “Benedetto sia l’Eterno, Dio di Sem“ (Ge. 9:26a). “Dio ingrandisca Jafet e dimori nelle tende di Sem“ (Ge. 9:27a). La benedizione di Sem era particolare in quanto Dio era con lui. Dio è chiamato, “l’Eterno, il Dio di Sem.“ Sem significa semplicemente “nome“. Qui il suo nome è legato al Nome, che è al di sopra di ogni nome: YHWH, o Yahweh, l’Eterno IO SONO (Es. 3:14).

Se l’Eterno è il Dio di Sem, Sem deve essere felice e benedetto e allo stesso modo anche la sua posterità. Se Dio è con noi, chi temeremo? Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Ciò non valeva soltanto per Israele, il popolo discendente di Sem e che godeva di una relazione stretta con l’Eterno, ma anche per i Cristiani. Dio ci ha riccamente benedetti, e nessuna maledizione può colpirci (cfr. Ro. 8:31-34). Inoltre noi ora Lo chiamiamo nostro Padre nel Signore Gesù Cristo in una maniera intima e personale. Questo era sconosciuto ai tempi del Vecchio Testamento (Gv. 20:17; Ro. 8:15; Ga. 4:6; Eb. 2:12).

Essendo l’Eterno, Dio aveva stabilito un vincolo particolare con Israele, il Suo popolo redento (Es. 3:13-18; 6:1-8). Tuttavia questo nome viene anche usato nel libro della Genesi quando Dio entrò in relazione particolare con la Sua creazione e con l’uomo. Il fatto che Egli fece così aveva a che fare con la Sua preconoscenza e predestinazione. Questo è reso chiaro nella profezia di Noè in Genesi 9 e nelle genealogie seguenti in Genesi 10 e 11:

(1) Poiché Dio era il Dio di Sem (9:26),

(2) e Sem era il padre di tutti i figli di Eber (10:21),

(3) e Eber era l’antenato di Abrahamo (11:10ss).

Questo mostra come la linea della grazia di Dio partì da Sem attraverso Eber (che significa ’passando oltre’ o ’regione dell’altra parte’) fino ad Abramo, il progenitore del popolo di Dio. Dio stabilì il Suo patto con un popolo di pellegrini che Egli chiamò fuori da un mondo idolatra, per servire al Dio vivente e verace.

Il Dio di Sem era il Dio di Abrahamo, Isacco e Giacobbe, il Dio degli Ebrei (significa ’passando oltre’). La conoscenza del Nome di Dio e della rivelazione di Dio distingueva Israele dalle altre nazioni.

Ma Dio vegliava anche su queste nazioni gentili e le benedisse. Dio benedisse non solo Sem, ma anche Jafet (che significa ’che si estenda’ o ’ingrandimento’). Jafet divenne il progenitore delle nazioni che si sarebbero estese a nord e ad ovest, a cui più tardi sarebbe toccato il dominio del mondo allora conosciuto (Medi, Greci, Romani).

Dio avrebbe esteso Jafet e l’avrebbe fatto dimorare nelle tende di Sem (Ge. 9:27). Nel senso letterale, queste parole si riferiscono possibilmente all’espansione del dominio di Jafet che include persino i popoli semitici. Ma il significato più profondo della profezia di Noè è che le nazioni avrebbero trovato la loro vera benedizione solo nelle tende di Sem, condividendo con loro la conoscenza del Nome di Dio. Come credenti provenienti dai Gentili, abbiamo trovato un rifugio nelle tende di Sem, poiché la salvezza viene dai Giudei (Gv. 4:22; Ro. 9:5).

La mano di Dio nella storia dell’uomo

Così la profezia di Noè ci mostra la mano di Dio nella storia del mondo. Il che viene confermato dalle genealogie di Genesi 10 e 11. È Dio che stabilisce l’andamento delle cose e ripartisce la loro eredità fra le nazioni (De. 32:8; At. 17:26).

La tavola delle nazioni in Genesi 10 contiene anche una quantità di dati geografici. Il capitolo inizia con Jafet, a cui fu promessa la grande espansione. Dai figli di Jafet discesero i popoli delle costiere, che furono poi separati nei loro paesi ciascuno secondo la propria lingua (Ge. 10:5). Riguardo ai figli di Cam e Sem viene indicato che anch’essi furono separati secondo le loro lingue (Ge. 10:20,31).

Questa divisione delle nazioni sulla terra non ebbe luogo immediatamente dopo il diluvio (Ge. 10:32), ma solo dopo la costruzione della torre di Babele e il seguente giudizio della confusione delle lingue. Questi eventi sono riportati in Genesi 11:1-9.

Non si sa di sicuro se la divisione della terra ai giorni di Peleg si riferisca alla dispersione dell’umanità sulla faccia della terra (Ge. 10:25). Alcuni espositori sono dell’avviso che la superficie della terra fu letteralmente divisa a causa della deriva dei continenti, che deve aver avuto luogo dopo il diluvio.

Jafet non ricevette il dominio sul mondo subito. Poiché in Genesi 10 vediamo che Cam occupa un posto più prominente. Egli era il progenitore degli Egiziani, degli Assiri e dei Babilonesi, che per prima governarono il mondo antico. Nei registri dei figli di Cam è Nimrod che attira particolarmente la nostra attenzione, e ci offre molte informazioni circa gli abitanti di Canaan, la futura eredità del popolo d’Israele.

10 LA TORRE DI BABELE

Babele, la culla dell’idolatria e dell’astrologia

La storia di Nimrod (significa ’ribelle’) in Genesi 10, il primo despota dell’era postdiluviale, ci presenta la costruzione della città e della torre di Babele. La ribellione dell’uomo, resasi manifesta ai piedi della torre, fu la ragione per cui Dio intervenne direttamente nella storia dell’umanità. Fu qui che l’inseguimento del potere umano e dell’unità da parte dell’uomo fu distrutto dalla confusione delle singole lingue e dal successivo sparpagliamento dell’umanità sulla faccia di tutta la terra.

Dopo il diluvio la gente si spostò sempre di più verso l’est, proprio come Caino che se ne andò dalla presenza dell’Eterno ad est di Eden (Ge. 4:16; 11:2). Essi trovarono una pianura nel paese di Scinar (cioè Babilonia), che era adatta per stabilirvisi. Secondo la chiara testimonianza delle Scritture, questo paese però divenne ben presto la culla dell’idolatria e dell’astrologia (cfr. Gs. 24:2; Da. 1:2; Za. 5:11). Troverà il suo equivalente nel tempo della fine in Babilonia la grande, che sarà piena d’idolatria (Ap. 17 e 18).

Dopo che la gente si era stabilita nel paese di Scinar, escogitò un piano per costruirsi una città e una torre, la cui cima giunga fino al cielo. Doveva servire come simbolo dell’unità della razza umana indivisa e il centro del loro potere (Ge. 11:4). La torre deve essere stata una ziggurat babilonica, un’enorme struttura piramidale che fu usata dagli astrologi. La salita della torre era un meritorio avvicinamento agli dei e la cima era considerata come l’entrata in cielo.

Nimrod, un potente cacciatore davanti all’Eterno

Nimrod, essendo uno dei fondatori della civilizzazione babilonica, era coinvolto nella costruzione o ricostruzione di Babele e di altre città nel paese di Scinar (Ge. 10:10). Più tardi costruì anche Ninive, la grande città (Ge. 10:11-12; cfr. Gn. 1:2; 3:2; 4:11).

Così Nimrod seguì l’esempio di Caino, il primo costruttore di una città. La capitale del suo regno non era però la città del Dio vivente, ma quella dell’uomo peccatore che desiderava essere come Dio. La costruzione di questa città era l’espressione dell’orgoglio e della presunzione dell’uomo.

Nimrod viene descritto come “un uomo potente sulla terra“, e anche come “un potente cacciatore davanti all’Eterno“ (Ge. 10:8-9). Fu un grande tiranno e governatore di uomini. Apparentemente abusò del principio del governo umano che Dio aveva stabilito dopo il diluvio per sopprimere popoli e nazioni. Comunque, gli uomini che Dio scelse per realizzare i Suoi piani non furono cacciatori, ma pastori come Abele, Abrahamo, Mosè, Davide e Cristo stesso, il buon Pastore.

Anche se Babele pareva essere un punto elevato nello sviluppo dell’umantità, era in realtà proprio il contrario. Poiché mostrava quanto fosse caduto in basso l’uomo e quanto si fosse allontanato da Dio. Babele era il simbolo dell’orgoglio umano e dell’autoglorificazione, il luogo dove la gente diceva “Venite, (...) facciamoci un nome“ (Ge. 11:4).

Molti secoli dopo il re Nebukadnetsar esclamò, “Non è questa la grande Babilonia che io ho costruito come residenza reale con la forza della mia potenza e per la gloria della mia maestà?“ (Da. 4:30). Ma c’è un limite all’alterigia dell’uomo, poiché l’Altissimo è capace di umiliare quelli che camminano con superbia. Ed è questo che Nebukadnetsar sperimentò, e anche la gente che costruì la torre di Babele.

Alla fine dei tempi questo si verificherà di nuovo, quando il futuro dittatore mondiale esalterà se stesso, pretendendo di essere Dio. In Nimrod, il primo guerriero potente sulla terra, possiamo vedere un tipo dell’ultimo governatore mondiale. Nel libro dell’Apocalisse egli viene descritto non come un uomo ma come una bestia (cfr. Da. 4). Mi riferisco adesso al futuro dittatore dell’impero romano redivivo, che stringerà legami amichevoli con Babilonia la grande di quei tempi (vedi Ap. 13 e 17).

La confusione delle lingue

L’umanità indivisa, non avendo nessuna conoscenza del vero Dio, servì gli idoli e desiderò farsi un nome. Qui vediamo come l’uomo senza Dio si esaltò e cercò di raggiungere il cielo.

Dio mise fine a questa ambizione confondendo l’unica lingua dell’umanità e li disperse in questo modo sulla faccia di tutta la terra. Non è il nome dell’uomo orgoglioso, ma il nome di Dio che dovrebbe essere esaltato in tutta la terra (Sl. 8:1,9). All’orgoglioso ’Venite!’ dell’uomo rispose l’Eterno, dicendo: “Venite, scendiamo e confondiamo la loro lingua, così che non si capiscano più gli uni gli altri“ (Ge. 11:3,4,7). Babele significa ’confusione’ (Ge. 11:9).

I popoli non potevano più capire il parlare dell’altro, ed erano incapaci di collaborare. Così il loro desiderio d’unione e di forza fu distrutto repentinamente: “Così l’Eterno li disperse di là sulla faccia di tutta la terra, ed essi cessarono di costruire la città!“ (Ge. 11:8). D’allora Dio permise alle nazioni di camminare nelle loro vie, sebbene la divina provvidenza determinò le epoche prestabilite e i confini delle loro abitazioni (At. 14:16; 17:26).

Ma Dio procedette in modo particolare con Abrahamo che chiamò fuori da un mondo idolatra e col Suo popolo eletto Israele, fino alla venuta di Cristo, che avrebbe ridato al modo di agire divino con la razza umana un carattere chiaramente universale.

Con la venuta di Cristo in questo mondo, Dio non venne all’uomo in giudizio, ma nella pienezza della Sua grazia (Gv. 1:14-18). Fino ad allora si era vista chiaramente l’incapacità dell’uomo peccatore di raggiungere il cielo e di avvicinarsi a Dio. L’incarnazione mostra il grande contrasto tra questi due luoghi: Babele e Betlemme. Babele ci parla dell’orgoglio dell’uomo che desidera raggiungere il cielo, Betlemme testimonia la mansuetudine del Signore del cielo, che velò la Sua gloria e visitò l’uomo in grazia.

Babele e Gerusalemme

Dovremmo notare un contrasto simile tra Babele e la città di Gerusalemme nel giorno della Pentecoste, quando lo Spirito Santo scese dal cielo e la sentenza della confusione delle lingue fu più o meno revocata. In quanto gli apostoli furono tutti ripieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, secondo che lo Spirito diede loro di esprimersi. La folla fu confusa, perché ognuno di loro li udiva parlare nella sua propria lingua (At. 2:4ss).

Da Babele i figli degli uomini furono dispersi dappertutto sulla faccia della terra, però nella città del gran Re Dio stesso creò un nuovo uomo, un corpo di credenti da ogni tribù, lingua, popolo e nazione. Tutti i veri credenti sono membra del corpo di Cristo, membra dell’unica Chiesa, di cui Cristo è il Capo in cielo. In questo modo la nuova unità che Dio ha stabilito dal giorno della Pentecoste è il contrario della dispersione verificatasi ai piedi della torre di Babele.

Inoltre la Pentecoste sta in netto contrasto con la dispensazione della Legge, che Paolo chiama il ministerio della morte e il ministerio della condanna (2 Co. 3:7,9). Quando Mosè aveva dato la Legge e questa fu violata all’istante da Israele, in quel giorno caddero tremila uomini del popolo (Es. 32:28). Ma nel giorno della Pentecoste, quando lo Spirito fu versato e la grazia di Dio abbondò verso molti, furono salvate tremila anime (At. 2:41).

Come abbiamo già visto, l’antica Babele troverà il suo equivalente moderno in Babilonia la grande negli ultimi tempi (Ap. 17 e 18). L’ultimo libro della Bibbia dipinge chiaramente il contrasto tra questa città, la città dell’uomo, e la città di Dio, la Nuova Gerusalemme, la sposa dell’Agnello (Ap. 21 e 22).

La città di Dio, la sede celeste del governo nel regno a venire scenderà dal cielo da presso Dio. Questa città celeste è il dono di Dio all’umanità e la sede del regno millenario di Cristo. Dio distruggerà per sempre l’orgoglio dell’uomo e rimpiazzerà la città dell’uomo con la Sua, che sarà la luce delle nazioni del mondo. Questa è la città della verace aspettazione:

“E vidi un nuovo cielo e una nuova terra. Poi vidi la santa città, la Nuova Gerusalemme, che scendeva dal cielo da presso Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo.“ Apocalisse 21:1,2

APPENDICE I

L’APPLICAZIONE INDIVIDUALE E DISPENSAZIONALE DI GENESI 1

I sette giorni della creazione
0. Il principio originale seguito da caos e tenebre.
1. Poi Dio disse: “Sia la luce!“ (Ge. 1:3). Egli divise la luce dalle tenebre.
2. Dio divise le acque sotto il firmamento da quelle di sopra.

3. Dio fece apparire l’asciutto, e le acque furono raccolte in un solo luogo. La terra produsse erbe e alberi frutteti.

4. Dio fece i due grandi luminari per governare il giorno e la notte, e anche le stelle.

5. Dio fece brulicare le acque di moltitudini di esseri viventi, e creò anche ogni volatile secondo la sua specie.

6. Infine comparì l’uomo: la corona della creazione di Dio e il governatore di tutte le opere delle Sue mani.
7. L’opera della creazione finì nel riposo del settimo giorno, il sabato, che fu santificato e appartato da Dio dagli altri giorni. Poiché nel settimo giorno non è menzionato che si fece sera o mattina.

Le sette biografie nel libro della Genesi

0. La vita di Adamo: creazione e caduta; e allontanamento dal giardino.

1. La vita di Abele in contrasto con quella di Caino. La linea devota di Seth (il sostituto di Abele), opposta alla linea empia di Caino.

2. La vita di Noè che è dominata moltissimo dalle “acque“.

3. La vita di Abrahamo, chiamato fuori da un mondo idolatro gentile per servire il Dio vivente e portare frutti per Lui.

4. La vita di Isacco, il figlio della promessa, guidato da principi divini e benedetto in Canaan.

5. La vita di Giacobbe, che passò più tempo della sua vita in esilio che nella Terra Promessa. E inoltre la sua vita fu anche influenzata da principi divini.

6. La vita di Giuseppe, il figlio amato del padre Giacobbe. La sua profonda umiliazione è seguita dalla sua esaltazione ad una alta posizione di vicere, e “salvatore del mondo.“

Il piano di salvezza di Dio attraverso le età

0. Il periodo di innocenza nel paradiso, terminò nella caduta dell’uomo.
1. Il periodo dalla caduta al diluvio, durante il quale l’uomo camminò alla luce della coscienza.
2. La dispensazione del governo umano dal diluvio fino alla costruzione della torre di Babele, in seguito alla quale le nazioni furono divise sulla terra. 3. Il periodo dei patriarchi, gli eredi della promessa, e il popolo di Israele sotto la Legge, che separò il popolo di Dio dai Gentili (le “acque“) in modo da portar frutto per Lui. 4. Il periodo attuale di Cristo e della Chiesa, che in Cristo è stata posta nei luoghi celesti e dà una luce divina sulla terra.
5. Il periodo della grande tribolazione dopo il rapimento della Chiesa, durante il quale i predicatori dell’Evangelo del Regno coglieranno una moltitudine di “pesci“ dal mare di popoli e nazioni (Mt. 13; Ap. 7), e Dio benedirà i santi dell’Altissimo (Da. 7).

6. Il Regno millenario, quando tutte le cose saranno sottoposte a Cristo, l’ultimo Adamo. Proprio come Giuseppe prese una sposa pagana, la sposa di Cristo, la Chiesa, consiste (per una gran parte) di Gentili e partecipa alla gloria reale.

7. Il regno di Cristo sarà seguito dallo stato eterno, quando Dio sarà tutto in tutti (1 Co. 15:24-28). Questo è il riposo del sabato eterno.

La crescita del credente verso la maturità

0. Il peccatore diviene conscio del suo stato peccaminoso per l’opera dello Spirito Santo nel suo cuore. 1. Dio risplende nel cuore buio dell’uomo con la luce dell’Evangelo, ed Egli separa la nuova vita dalla vecchia (2 Co. 4:6). 2. Nella vita del credente Dio divide le cose celesti da quelle che sono di qui giù (cfr. Ro. 7).
3. Dio separa i Suoi dal mondo. Il popolo di Dio è fondato sulla risurrezione, e non cessa di dare il frutto, il frutto dello Spirito (Sl. 1:3; Ga. 5:22; 6:8; Fl. 1:11).
4. Un cristiano vive nella luce di Dio. Cristo il grande luminare che governa la sua vita, ed egli riflette la luce del Cristo in un mondo di tenebre (Ef. 5:14; Fl. 2:15).

5. Le tribolazioni nella vita del credente, la turbolenza delle acque, mirano a portare frutto per Dio persino nei tempi difficili (Ro. 5:3ss.). Poi innalzerà il suo cuore al cielo sulle ali della fede.

6. Il proposito di Dio per i Suoi figli qui sulla terra è che essi vengano trasformati nell’immagine di Suo Figlio. Cristo deve prendere forma in noi. “Per giungere all’ uomo perfetto, alla misura della statura della pienezza di Cristo“ (Ro. 8:29; Ga. 4:19; Ef. 4:13).

7. Abbiamo pace con Dio per mezzo della fede in Cristo, ma godiamo anche la pace di Dio e la pace di Cristo (Mt. 11:29; Gv. 14:27; Ro. 5:1; Fl. 4:7). Così entriamo nel Suo riposo (Eb. 4:1ss).

APPENDICE II

I RIFERIMENTI DEL NUOVO TESTAMENTO A GENESI 1-11

La creazione del mondo (Ge. 1-2)
Matteo 13:35 “Io aprirò la mia bocca in parabole e rivelerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo.“

Marco 13:19 “Perché in quei giorni vi sarà una grande tribolazione, che non c’è mai stata dall’inizio della creazione fatta da Dio.“

Giovanni 1:3,10 “Tutte le cose sono state fatte per mezzo di lui, e senza di lui nessuna delle cose è stata fatta (...) e il mondo fu fatto per mezzo di lui.“

Atti 4:24 “Signore, tu sei il Dio che hai fatto il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che sono in esse.“

Atti 14:15 “Anche noi siamo esseri umani con la vostra stessa natura e vi annunziamo la buona novella, affinché da queste cose vane vi convertiate al Dio vivente che ha fatto il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che sono in essi.“

Atti 17:24-25 “Il Dio che ha fatto il mondo e tutte le cose che sono in esso, essendo Signore del cielo e della terra, non abita in templi fatti da mani d’uomo, e non è servito dalle mani di uomini come se avesse bisogno di qualcosa, essendo lui che dà a tutti la vita, il fiato e ogni cosa.“

Romani 1:20 “Infatti le sue qualità invisibili, la sua eterna potenza e divinità, essendo evidenti per mezzo delle opere sin dalla creazione del mondo.“

Romani 1:25 “Il Creatore, che è benedetto in eterno. Amen.“

Romani 4:17 “Dio... il quale chiama le cose che non sono come se fossero.“

1 Corinti 8:6 “Per noi c’è un solo Dio, il Padre, dal quale sono tutte le cose e noi in lui; e un solo Signore, Gesù Cristo, per mezzo del quale sono tutte le cose, e noi esistiamo per mezzo di lui.“

1 Corinti 15:38-41 “E Dio gli dà un corpo come ha stabilito, e a ciascun seme dà il suo proprio corpo. Non ogni carne è la stessa carne; ma altra è la carne degli uomini, altra la carne dei pesci, altra la carne degli uccelli. Vi sono anche dei corpi celesti, e dei corpi terrestri; ma altra è la gloria dei celesti, altra quella dei terrestri. Altro è lo splendore del sole, altro lo splendore della luna ed altro lo splendore delle stelle, perché una stella differisce da un’altra stella in splendore.“

2 Corinti 4:6 “Perché il Dio che disse: ’Splenda la luce fra le tenebre’, è lo stesso che ha fatto brillare il suo splendore nei nostri cuori per illuminarci nella conoscenza della gloria di Dio, che rifulge sul volto di Gesù Cristo.“

Efesini 1:4 “Allorché in lui ci ha eletti prima della fondazione del mondo.“

Efesini 3:9 “Dio, il quale ha creato ogni cosa per mezzo di Gesù Cristo.“

Efesini 3:14-15 “Il Padre del Signor nostro Gesù Cristo, dal quale prende nome ogni famiglia nei cieli e sulla terra.“

Colossesi 1:15-17 “Egli è l’immagine dell’invisibile Dio, il primogenito di ogni creatura, poiché in lui sono state create tutte le cose, quelle che sono nei cieli e quelle che sono sulla terra, le cose visibili e quelle invisibili: troni, signorie, principati e potestà; tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. Egli è prima di ogni cosa e tutte le cose sussistono in lui.“

1 Timoteo 4:3-4 “I quali vieteranno di maritarsi e imporranno di astenersi da cibi che Dio ha creato, affinché siano presi con rendimento di grazie da coloro che credono e che hanno conosciuto la verità. Infatti tutto ciò che Dio ha creato è buono.“

1 Timoteo 6:13 “Dio che dà vita a tutte le cose.“

Ebrei 1:2 “Dio (...) in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo di suo Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose, per mezzo del quale ha anche fatto l’universo.“

Ebrei 1:10 “Tu, o Signore, nel principio fondasti la terra, e i cieli sono opera delle tue mani.“ Ebrei 2:10 “Conveniva infatti a colui, per il quale e per mezzo del quale sono tutte le cose.“

Ebrei 3:4 “Ma colui che ha fatto tutte le cose è Dio.“

Ebrei 4:3-4 “Sebbene le opere fossero terminate fin dalla fondazione del mondo. In qualche luogo infatti, a proposito del settimo giorno disse così: ’E Dio si riposò nel settimo giorno da tutte le sue opere.’“

Ebrei 9:26 “Altrimenti egli avrebbe dovuto soffrire più volte dalla fondazione del mondo.“

Ebrei 11:3 “Per fede intendiamo che l’universo è stato formato per mezzo della Parola di Dio, sì che le cose che si vedono non vennero all’esistenza da cose apparenti.“

Ebrei 12:26-27 “Ma che ora ha fatto la promessa, dicendo: ’Ancora una volta io scuoterò non solo la terra, ma anche il cielo’. Or questo ’ancora una volta’ sta ad indicare la rimozione delle cose scosse, come di cose che sono fatte,affinché rimangano quelle che non sono scosse.“

Giacomo 1:17-18 “Ogni buona donazione e ogni dono perfetto vengono dall’alto e discendono dal Padre dei lumi, presso il quale non vi è mutamento né ombra di rivolgimento. Egli ci ha generati di sua volontà mediante la parola di verità, affinché siamo in certo modo le primizie delle sue creature.“

1 Pietro 1:20 “Preconosciuto prima della fondazione del mondo.“

2 Pietro 3:4-5 “Dov’è la promessa della sua venuta? Da quando infatti i padri si sono addormentati, tutte le cose continuano come dal principio della creazione. Ma essi dimenticano volontariamente che per mezzo della parola di Dio i cieli vennero all’esistenza molto tempo fa, e che la terra fu tratta e fu formata mediante l’acqua.“

Apocalisse 2:7 “A chi vince io darò da mangiare dell’albero della vita, che è in mezzo al paradiso di Dio.“

Apocalisse 4:11 “Degno sei, Signore, di ricevere la gloria, l’onore e la potenza, perché tu hai creato tutte le cose, e per la tua volontà esistono e sono state create“.

Apocalisse 10:6 “Per colui che vive nei secoli dei secoli, il quale ha creato il cielo e le cose che sono in esso, la terra e le cose che sono in essa, il mare e le cose che sono in esso.“

Apocalisse 13:8 “E l’adoreranno tutti gli abitanti della terra, i cui nomi non sono scritti fin dalla creazione del mondo nel libro della vita dell’Agnello, che è stato ucciso.“

Apocalisse 14:7 “Temete Dio (...) adorate colui che ha fatto il cielo e la terra, il mare e le fonti delle acque.“

Apocalisse 17:8 “E gli abitanti della terra, i cui nomi non sono stati scritti nel libro della vita fin dalla fondazione del mondo.“

Apocalisse 21:1 “E vidi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il primo cielo e la prima terra erano passati, e il mare non c’era più.“

Apocalisse 22:1-2 “Poi mi mostrò il fiume puro dell’acqua della vita, limpido come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell’Agnello. E in mezzo alla piazza della città e da una parte e dall’altra del fiume si trovava l’albero della vita.“

La creazione dell’uomo (Ge. 1-2)

Matteo 19:4-6 “Non avete voi letto che chi li creò da principio, li creò maschio e femmina? E disse: ’Perciò l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà con la moglie, e i due diverranno una sola carne.’ E così non sono più due, ma una sola carne; quello dunque che Dio ha unito insieme, l’uomo non lo separi.“

Marco 10:6-9 “Ma dal principio della creazione, Dio li fece maschio e femmina. Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie; e i due diverranno una stessa carne; così non sono più due, ma una sola carne. L’uomo non separi ciò che Dio ha unito!“

Atti 17:26 “Egli ha tratto da uno solo tutte le stirpi degli uomini, perché abitassero sopra tutta la faccia della terra.“

Atti 17:29 “Essendo noi dunque progenie di Dio.“

1 Corinti 6:13-17 “Le vivande sono per il ventre e il ventre per le vivande, Dio distruggerà queste e quello; il corpo però non è per la fornicazione, bensì per il Signore (...) Non sapete voi che chi si unisce ad una prostituta forma uno stesso corpo con lei? ’I due infatti’, dice il Signore ‘diventeranno una stessa carne.’ Ma chi si unisce al Signore è uno stesso spirito con lui.“

1 Corinti 11:7-12 “L’uomo non deve coprirsi il capo, perché è l’immagine e la gloria di Dio. Ma la donna è la gloria dell’uomo, perché l’uomo non è dalla donna, ma la donna dall’uomo, anche perché l’uomo non fu creato per la donna, ma la donna per l’uomo. Perciò la donna deve avere sul capo un segno di autorità, a motivo degli angeli. Nondimeno, né l’uomo è senza la donna, nè la donna senza l’uomo, nel Signore, perché come la donna proviene dall’uomo, così anche l’uomo nasce per mezzo della donna, e ogni cosa è da Dio.“

1 Corinti 15:45-49 “Così sta scritto: ’Il primo uomo, Adamo, divenne anima vivente’; ma l’ultimo Adamo è Spirito che dà la vita. Ma lo spirituale non è prima, bensì prima è il naturale, poi lo spirituale. Il primo uomo, tratto dalla terra, è terrestre; il secondo uomo, che è il Signore, è dal cielo. Qual è il terrestre tali sono anche i terrestri; e qual è il celeste, tali saranno anche i celesti. E come abbiamo portato l’immagine del terrestre, porteremo anche l’immagine del celeste.“

2 Corinti 5:17 “Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, tutte le cose sono diventate nuove.“

Efesini 5:30-32 “Poiché noi siamo membra del suo corpo, della sua carne e delle sue ossa. ’Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due diverranno una sola carne.’ Questo mistero è grande; or lo dico in riferimento a Cristo e alla chiesa.“

1 Timoteo 2:12-13 “Non permetto alla donna d’insegnare, né di usare autorità sull’uomo, ma stia in silenzio. Infatti è stato formato per primo Adamo e poi Eva.“

Giacomo 3:9 “Con essa benediciamo Dio e Padre, e con essa malediciamo gli uomini che sono fatti a somiglianza di Dio.“

1 Pietro 4:19 “Perciò anche quelli che soffrono secondo la volontà di Dio, raccomandino a lui le proprie anime, come al fedele Creatore, facendo il bene.“

La caduta dell’uomo (Ge. 3)

Giovanni 8:44 “Voi siete dal diavolo, vostro padre, e volete fare i desideri del padre vostro; egli fu omicida fin dal principio e non è rimasto fermo nella verità, perché in lui non c’è verità. Quando dice il falso, parla del suo perché è bugiardo e padre della menzogna.“

Giovanni 14:30 “Perché viene il principe di questo mondo e non ha nulla in me.“

Romani 5:12-21 “Perciò, come per mezzo di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e per mezzo del peccato la morte, così la morte si è estesa a tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato – (perché, fino a che fu promulgata la legge, il peccato era nel mondo; ora il peccato non è imputato se non vi è legge; ma la morte regnò su quelli che non avevano peccato con una trasgressione simile a quella di Adamo, che è figura di colui che doveva venire. La grazia però non è comela trasgressione; se infatti per la trasgressione di uno solo quei molti sono morti, molto più la grazia di Dio e il dono per la grazia di un uomo, Gesù Cristo, hanno abbondato verso molti. Riguardo al dono, non è avvenuto come per quell’uno che ha peccato, perché il giudizio produsse la condanna da una sola trasgressione, ma la grazia produsse la giustificazione da molte trasgressioni. Infatti, se per la trasgressione di quell’uno solo la morte ha regnato a causa di quell’uno, molto di più coloro che ricevono l’abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo di quell’uno, che è Gesù Cristo). Per cui, come per una sola trasgressione la condanna si è estesa a tutti gli uomini, così pure con un solo atto di giustizia la grazia si è estesa a tutti gli uomini in giustificazione di vita. Infatti, come per la disubbidienza di un solo uomo i molti sono stati resi peccatori, così anche per l’ubbidienza di uno solo, i molti saranno costituiti giusti. Orla legge intervenne affinché la trasgressione abbondasse; ma dove il peccato è abbondato, la grazia è sovrabbondata, affinché come il peccato ha regnato nella morte, così anche la grazia regni per la giustizia a vita eterna per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore.“

Romani 8:20-22 “Perché la creazione è stata sottoposta alla vanità non di sua propria volontà, ma per colui che ve l’ha sottoposta, nella speranza che la creazione stessa venga essa pure liberata dalla servitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. Infatti sappiamo che fino ad ora tutto il mondo creato geme insieme ed è in travaglio.“

Romani 16:20 “Ora il Dio della pace schiaccerà presto Satana sotto i vostri piedi.“

1 Corinti 15:21-22 “Infatti, siccome per mezzo di uomo è venuta la morte, così anche per mezzo di un uomo è venuta la risurrezione dei morti. Perché, come tutti muoiono in Adamo, così tutti saranno vivificati in Cristo.“

1 Corinti 15:50-57 “Ora questo dico, fratelli, che la carne e il sangue non possono ereditare il regno di Dio; similmente la corruzione non eredita l’incorruttibilità (...) Poiché bisogna che questo corruttibile rivesta l’incorruttibilità e questo mortale rivesta l’immortalità. Così quando questo corruttibile avrà rivestito l’incorruttibilità e questo mortale avrà rivestito l’immortalità, allora sarà adempiuta la parola che fu scritta: ’La morte è stata inghiottita nella vittoria.’ O morte, dov’è il tuo dardo? O inferno, dov’è la tua vittoria? Ora il dardo della morte è la legge. Ma ringraziato sia Dio che ci dà la vittoria per mezzo del Signor nostro Gesù Cristo.“

2 Corinti 2:11 “(...) non siamo sopraffatti da Satana, perché noi non ignoriamo le sue macchinazioni.“

2 Corinti 11:3 “Ma io temo che, come il serpente sedusse Eva con la sua astuzia, così talora le vostre menti non siano corrotte e sviate dalla semplicità che si deve avere riguardo a Cristo.“

1 Tessalonicesi 3:5 “Per questa ragione, non potendo più resistere, io pure mandai ad informarmi sulla vostra fede, che talora il tentatore non vi avesse tentati, e la nostra fatica non fosse riuscita vana.“

1 Timoteo 2:14-15 “E non fu Adamo ad essere sedotto, ma fu la donna che, essendo stata sedotta, cadde in trasgressione. Tuttavia essa sarà salvata per mezzo della gravidanza, se persevererà nella fede, nell’amore e nella santificazione con modestia.“

Ebrei 2:14-15 “Poiché dunque i figli hanno in comune la carne e il sangue, similmente anch’egli ebbe in comune le stesse cose, per distruggere, mediante la sua morte, colui che ha l’impero della morte, cioè il diavolo, e liberare tutti quelli che per timore della morte erano tenuti in schiavitù per tutta la vita.“

Giacomo 1:13-15 “Nessuno, quando è tentato dica: ’Io sono tentato da Dio.’ Perché Dio non può essere tentato dal male, ed egli stesso non tenta nessuno. Ciascuno invece è tentato quando trascinato e adescato dalla propria concupiscenza. Poi, quando la concupiscenza ha concepito, partorisce il peccato e il peccato, quando è consumato, genera la morte.“

2 Pietro 1:4 “(...) attraverso le quali diventiate partecipi della natura divina, dopo essere fuggiti dalla corruzione che è nel mondo a motivo della concupiscenza.“

1 Giovanni 2:16-17 “Perché tutto ciò che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e l’orgoglio della vita, non viene dal Padre ma dal mondo. E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno.“

1 Giovanni 3:8 “Chiunque commette il peccato è dal diavolo, perché il diavolo pecca dal principio.“

1 Giovanni 5:18-19 “Noi sappiamo che chiunque è nato da Dio non pecca, chi è nato da Dio preserva se stesso, e il maligno non lo tocca. Noi sappiamo che siamo da Dio e che tutto il mondo giace nel maligno.“

Apocalisse 2:4-5 “Ma io ho questo contro di te; che hai lasciato il tuo primo amore. Ricordati dunque da dove sei caduto.“

Apocalisse 2:7 “Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese: a chi vince io darò da mangiare dell’albero della vita, che è in mezzo al paradiso di Dio.“

Apocalisse 3:18 “Ti consiglio di comperare da me (...) delle vesti bianche per coprirti e non far apparire la vergogna della tua nudità.“

Apocalisse 12:9 “Così fu scacciato il gran dragone, il serpente antico, che è chiamato diavolo e Satana, che seduce tutto il mondo.“

Apocalisse 20:2 “Egli prese il dragone, il serpente antico, che è il diavolo e Satana.“

Apocalisse 22:3 “E qui non ci sarà alcuna maledizine.“

Apocalisse 22:14 “Beati coloro che hanno lavato le loro vesti per avere diritto all’albero della vita.“

Stirpi in conflitto (Ge. 4-5)

Matteo 23:35 “(...) affinché ricada su di voi tutto il sangue giusto sparso sulla terra, dal sangue del giusto Abele, fino al sangue di Zaccaria, figlio di Barachia, che uccideste fra il tempio e l’altare.“

Luca 3:23,36-38 “E Gesù aveva trent’anni, (e lo si credeva) figlio di Giuseppe, (...) figlio di Sem, figlio di Noè, figlio di Lamek, figlio di Mathusala, figlio di Enok, figlio di Iared, figlio di Mahalaleel, figlio di Cainan; figlio di Enos, figlio di Set, figlio di Adamo, di Dio.“

Luca 11:50-51 “(...) affinché sia chiesto conto a questa generazione del sangue di tutti i profeti, che è stato sparso fin dalla fondazione del mondo: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria, che fu ucciso tra l’altare e il tempio; sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione.“

Ebrei 11:4 “Per fede Abele offrì a Dio un sacrificio più eccellente di quello di Caino; per essa egli ricevette la testimonianza che era giusto, quando Dio attestò di gradire le sue offerte; per mezzo di essa, benché morto, egli parla ancora.“

Ebrei 11:5 “Per fede Enok fu trasferito in cielo perché non vedesse la morte, e non fu più trovato perché Dio lo aveva portato via, egli ricevette la testimonianza che era piaciuto a Dio.“

Ebrei 12:24 “(...) e a Gesù mediatore del nuovo patto, e al sangue dell’aspersione che dice cose migliori di quello di Abele.“

1 Giovanni 3:11-12 “Poiché questo è l’annunzio che avete udito dal principio: che ci amiamo gli uni gli altri, non come Caino, che era dal maligno e uccise il proprio fratello. E per quale motivo lo uccise? Perché le sue opere erano malvagie e quelle di suo fratello giuste.“

Giuda 11 “Guai a loro, perché si sono incamminati per la via di Caino.“

Giuda 14-15 “Ebbene, per loro profetizzò anche Enok, il settimo da Adamo, dicendo: ’Ecco, il Signore è venuto con le sue sante miriadi, per far giudizio contro tutti.’“

Il grande diluvio (Ge. 6-9)

Matteo 24:37-39 “Ma come fu ai giorni di Noè, così sarà anche alla venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio, le persone mangiavano, bevevano, si sposavano ed erano date in moglie, fino a quando Noè entrò nell’arca; e non si avvidero di nulla, finché venne il diluvio e li portò via tutti; così sarà pure alla venuta del Figlio dell’uomo.“

Luca 17:26-27 “E, come avvene ai giorni di Noè, così avverrà anche nei giorni del Figlio dell’uomo. Le persone mangiavano, bevevano, si ammogliavano e si maritavano, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca; e venne il diluvio e li fece perire tutti.“

Ebrei 11:7 “Per fede Noè, avvertito divinamente di cose che ancora non si vedevano e mosso da santo timore, preparò per la salvezza della sua famiglia l’arca, mediante la quale condannò il mondo e divenne erede della giustizia che si ottiene mediante la fede.“

1 Pietro 3:18-21 “Perché anche Cristo ha sofferto una volta per i peccati, il giusto per gli ingiusti, per condurci a Dio. Fu messo a morte nella carne, ma vivificato dallo Spirito, nel quale egli andò anche a predicare agli spiriti che erano in carcere, che un tempo furono ribelli, quando la pazienza di Dio aspettava ai giorni di Noè mentre si fabbricava l’arca, nella quale poche persone, otto in tutto, furono salvate attraverso l’acqua, la quale è figura del battesimo.“

2 Pietro 2:4-5 “Se Dio infatti non risparmiò gli angeli che avevano peccato, ma li cacciò nel tartaro tenendoli in catene di tenebre infernali, per esservi custoditi per il giudizio; e non risparmiò il mondo antico ma salvò con altre sette persone Noè, predicatore di giustizia, quando fece venire il diluvio sul mondo degli empi.“

2 Pietro 3:5-7 “Ma essi dimenticano volontariamente che per mezzo della parola di Dio i cieli vennero all’esistenza molto tempo fa, e che la terra fu tratta dall’acqua e fu formata mediante l’acqua, a motivo di cui il mondo di allora, sommerso dall’acqua, perì, mentre i cieli e la terra attuali sono riservati dalla stessa parola per il fuoco, conservati per il giorno del giudizio e della perdizione degli uomini empi.“

Giuda 6 “Egli ha pure rinchiuso nelle tenebre dell’inferno con catene eterne, per il giudizio del gran giorno, gli angeli che non conservarono il loro primiero stato ma che lasciarono la loro propria dimora.“

L’umanità dopo il diluvio (Ge. 10-11)

Atti 7:2-4 “Il Dio della gloria apparve ad Abrahamo, nostro padre, mentre egli era in Mesopotamia, prima che abitasse in Carran, e gli disse: ’Esci dal tuo paese e dal tuo parentado e va’ nel paese che io ti mostrerò’. Allora egli uscì dal paese dei Caldei e abitò in Carran; di là, dopo che suo padre morì, Dio lo fece venire in questo paese, nel quale ora voi abitate.“

Atti 14:15-17 “Affinché vi convertiate al Dio vivente che (...) nelle generazioni passate egli ha lasciato che tutte le nazioni seguissero le loro strade; ma non ha lasciato se stesso senza testimonianza, facendo del bene, dandoci dal cielo piogge e stagioni fruttifere e riempiendo i nostri cuori di cibo e di gioia.“

Atti 15:28-29 “Infatti è parso bene allo Spirito Santo e a noi di non imporvi alcun altro peso all’infuori di queste cose necessarie: che vi asteniate dalle cose sacrificate agli idoli, dal sangue, dalle cose soffocate e dalla fornicazione.“

Atti 17:26-31 “Or egli ha tratto da uno solo tutte le stirpi degli uomini, perché abitassero sopra tutta la faccia della terra, avendo determinato le epoche prestabilite e i confini della loro abitazione, affinché cercassero il Signore (...) Essendo dunque noi progenie di Dio, non dobbiamo stimare che la deità sia simile all’oro o all’argento o alla pietra o alla scultura d’arte e d’invenzione umana. Ma ora, passando sopra ai tempi dell’ignoranza, Dio comanda a tutti gli uomini e dappertutto che si ravvedano. Poiché egli ha stabilito un giorno in cui giudicherà il mondo con giustizia per mezzo di quell’uomo che egli ha stabilito.“

Romani 1:22-23 “Dichiarandosi di essere savi, sono diventati stolti, e hanno mutato la gloria dell’incorruttibile Dio in un’immagine simile a quella di un uomo corruttibile, di uccelli, di bestie quadrupedi e di rettili.“

Romani 1:25 “(...) hanno cambiato la verità di Dio in menzogna e hanno adorato e servito la creatura, al posto del Creatore, che è benedetto in eterno, Amen.“

Galati 3:8-9 “E la Scrittura, prevedendo che Dio avrebbe giustificato le nazioni mediante la fede, diede prima ad Abrahamo una buona notizia: ’Tutte le nazioni saranno benedette in te.’ Perciò coloro che si fondano sulla fede sono benedetti col fedele Abrahamo.“

Ebrei 11:8 “Per fede Abrahamo, quando fu chiamato, ubbidì per andarsene verso il luogo che doveva ricevere in eredità; e partì non sapendo dove andava.“

Apocalisse 17:5 “Mistero, Babilonia la grande, la madre delle meretrici e delle abominazioni della terra.“

Apocalisse 18:21-24 “Con lo stesso impeto sarà scagliata Babilonia la grande città, e non sarà più ritrovata (...) Perché i tuoi mercanti erano i magnati della terra e perché tutte le genti sono state sedotte dalle tue malìe. E in essa è stato trovato il sangue (...) di tutti coloro che sono stati uccisi sulla terra.“