Naaman


Naaman era un uomo che aveva molto successo. Era un uomo potente che aveva vinto delle grandi battaglie agli occhi del mondo. Era un generale dell'esercito Siriano, i nemici d'Israele.
Ma, anche se Naaman era un guerriero ammirato dal suo popolo e apprezzato dal suo re, era condannato da una terribile malattia: la lebbra.
Tutto quello che per Naaman ha dell'importanza, agli occhi del mondo; non ha nessun valore davanti a Dio. Naaman è lebbroso e non può fare niente di per sè per evitarlo.
La piccola fanciulla
Dio vuole offrire la sua grazia a un grande uomo del mondo per mezzo di una ragazzina.
Una piccola fanciulla era stata fatta prigioniera dal paese d'Israele e si trovava ora al servizio della moglie di Naaman. Se questa giovane schiava era insignificante agli occhi del mondo, era comunque considerata da Dio.
Parla come qualcuno che conosce la grazia di Dio che può salvare. Naaman, così ricco e così potente, è ammalato. La piccola fanciulla, così povera, ne conosce il rimedio.
La ragazzina parla e le sue parole sono cosi semplice e cosi forti che provocano una speranza nel cuore di Naaman. Bisogna andare a trovare il profeta dell'Eterno in Samaria.
Il re
Senza più aspettare, Naaman parte con la sua scorta e delle grande ricchezze, con una lettera del suo re che chiede al re d'Israele di guarire Naaman. Crede certamente, che sono solo gli uomini del suo livello che possono fare qualcosa per lui in cambio di molto denaro.
Alla lettura di questa lettera, il re d'Israele prende paura. Non pensa né a Dio né al profeta dell'Eterno e conclude che il re di Siria cerca un occasione di battaglia chiedendogli qualcosa d'impossibile.
Il profeta dell'Eterno
E' allora che il profeta, che aveva sentito parlare di quest'affare, fece chiedere al re di mandargli Naaman.
Il grande Naaman si presentò alla porta del profeta. Aveva già immaginato in quale degna maniera doveva comprare la sua guarigione. Ma si deve umiliare ancora di più, per incontrare Dio e ricevere la grazia. Non deve rimanere in Naaman nessun merito.
Il profeta gli manda a dire di andare ad immergersi sette volte nelle acque del giordano e sarà guarito. Su queste parole, Naaman si arrabbia e rifiuta di proseguire. Per lui, non ha senso. Ma i suoi servi lo fanno ragionare, gli dicono che è una cosa così semplice da fare, che sarebbe un peccato non ascoltare la voce del profeta.
Naaman si tuffa sette volte nel Giordano e ne esce perfettamente guarito.
In seguito ritorna dal profeta per ricompensarlo con del denaro, ma il profeta dell'Eterno non vuole niente perché la grazia di Dio è offerta gratuitamente a tutti.
Gheazi
Raggiunge Naaman un po' più avanti sulla strada senza dirlo a Eliseo, il profeta, e inventa una bugia che implica l'Eterno e il profeta, per ottenere qualche bene per se.
Di ritorno a casa, Gheazi nasconde quello che ha ricevuto perché Eliseo non si insospettisca di nulla. Ma il profeta è stato avvertito da Dio stesso del peccato di Gheazi e dopo aver mentito questa volta a Eliseo, il giudizio scende su lui. Gheazi sarà colpito dalla lebbra di Naaman per sempre.
Poiché il salario del peccato è la morte.
.ma il dono di Dio è la vita eterna in cristo Jesù
Romani 6:23
Affinché nessuna carne si glori nel cospetto di Dio.
1 Corinzi 1:29