Attenzione! Errore di calcolo!
Una montagna di soldi
Friedhelm König


Sempre più soldi: è ciò che molti desiderano. Mentre gli uni parlano di crisi, altri continuano a fare degli affari d'oro. Vi è purtroppo molta disoccupazione e alcune famiglie sono in serie difficoltà. Ma per chi lavora, non c'è da lamentarsi; l'operaio di oggi, nei paesi industrializzati, anche con una paga mediocre, ha più cose a disposizione di quante ne avesse un ricco nei secoli scorsi. I soldi circolano abbondantemente; e finché circolano tutto va bene, pensano i managers.
Sapevate che nella sola Germania i fumatori spendono per il loro vizio decine di milioni di dollari all'anno? Il consumo di bevande alcooliche raggiunge cifre astronomiche, senza parlare di quanto si spende per l'automobile, gli elettrodomestici, i vestiti. Si vende facilmente qualsiasi cosa, basta che sia alla moda...
La pubblicità è uno strumento sicuro per far diventare di moda qualcosa. Ecco perché siamo sommersi da trasmissioni e articoli pubblicitari. Così facendo, gli specialisti della pubblicità riescono a introdurre sul mercato, e con successo, anche articoli che non servono proprio a nulla. Un business vastissimo, che si è aperto in questi ultimi anni, è quello degli articoli erotici. Molti si sono arrichiti in poco tempo smerciando tali cose.
Che i ricchi siano sempre vissuti bene, si sa. Però non sempre si sa che cosa questa gente si permette di fare. Un editore di una rivista pornografica, ad esempio, si è comprato un aereo a reazione per diversi milioni di dollari che ha una capienza di 115 passeggeri e lo usa per sé solo. Inoltre, ha speso più di un milione di dollari per l'arredamento lussuoso dell'interno. Pensate che soltanto il mantenimento di un tale aereo costa circa 500'000 dollari all'anno! Ma che importa? I suoi clienti pagano. Egli è convinto di avere il diritto di concedersi tali stravaganze.
Un delegato di un'industria aeronautica americana diceva che "il gigante a reazione" per gli straricchi di oggi ha lo stesso prestigio che aveva lo yacht di lusso all'epoca dei viaggi in transatlantico. Proprio a quell'epoca, all'inizio del nostro secolo, un milionario americano aveva già detto: «Chi vuol sapere quanto costa il mantenimento di uno yacht, è perché non ha i soldi per poterselo permettere.»
Il primo volo di Gagarin nello spazio, nel 1961, che durò poco più di un'ora e mezza, riempì la gente di stupore. Solo otto anni dopo l'eccitazione generale giunse al colmo quando il primo uomo posò il piede sulla luna. Nello spazio di 25 anni, queste cose, che prima sembravano una pura utopia, non solo sono state realizzate ma sono diventate anche comuni. E oggi? Il progetto di una stazione orbitale con una capienza di circa cento persone ci lascia quasi indifferenti.
Nei nostri paesi, sebbene vi sia chi guadagna più di altri, possiamo dire che non abbiamo da lamentarci. Oggi non sono solamente gli straricchi a star bene; stiamo bene in molti; chi ha l'appartamento ben arredato, chi l'automobile, chi va a trascorrere le ferie alle Canarie, e così via. Persino i nostri animali domestici godono di un insolito benessere. Il cane moderno è nutrito "à la carte": carne in scatola, fegato, manzo o pollo. E se, alimentato in tal modo, dovesse ingrassare troppo, c'è modo di procurargli almeno il profumo della carne, spruzzando sui cibi un liquido speciale. Si è pensato a tutto, perché tutti possano godere e star bene!
Il denaro non basta per rendere felici; ma tranquillizza?
Se la miseria procura preoccupazione e tristezza, la ricchezza non basta a rendere felici. Citeremo alcuni fatti a conferma di questo.
Diversi anni fa i giornali hanno parlato della più grande asta di diamanti del secolo. Si trattava della collezione di Nina Dyer. Nina era stata un'indossatrice, nota in tutto il mondo per la sua bellezza e la sua ricchezza. Aveva tutto ciò che poteva desiderare: un aereo privato, una magnifica villa nei pressi di Parigi e diverse automobili di lusso. In casa teneva una pantera nera che le faceva compagnia! All'età di 24 anni sposò un barone, grande industriale tedesco, che le regalò un'isola nel mare delle Antille. Purtroppo, il matrimonio fu molto breve: durò solamente 90 giorni. I due si separarono e a Nina toccò una fortissima somma di denaro. Neppure il secondo matrimonio con un ricco principe la rese felice. Vi fu un secondo divorzio e, a quanto pare, ella ricevette come indennità altri milioni di dollari. Da allora visse, con tutta questa fortuna, nella sua villa a Garches, nella periferia parigina, finché un giorno, a soli trentacinque anni, fu trovata morta sul suo letto. Sul tavolino da notte, due tubetti di pastiglie vuoti. Un giornale scriveva: «La storia del sonnifero preso per sbaglio in una dose troppo forte da Nina Dyer è tanto poco credibile come fu quella di Marilyn Monroe.»
Così, tutti i suoi preziosi gioielli furono venduti all'asta. Non aveva forse avuto tutto ciò che un essere umano può desiderare? Ma non è il denaro a rendere felici e a dare la serenità interiore.
Sentite ancora il caso di Brian Epstein, il manager dei quattro Beatles. Aveva preso George, John, Paul e Ringo dai bassifondi di Liverpool e li aveva portati al successo. I Beatles furono ammirati e onorati in tutto il mondo. I loro dischi si vendettero in quantità impressionante. Non solo loro, ma tutti coloro che in un modo o nell'altro ebbero a che fare con loro guadagnarono milioni di dollari. Ma tutto era dovuto all'abilità di una persona: Brian Epstein, o "Eppie" come lo chiamavano i Beatles. Un giorno, però, il maggiordomo trovò Eppie morto nel suo appartamento. Chi parlava di droga, chi di suicidio, ma di preciso non si seppe mai nulla. Nessuno avrebbe creduto che il successo e la ricchezza di cui quell'uomo godeva non lo avrebbero soddisfatto. Chi poteva pensare che il famoso Eppie non trovasse più senso nella vita? Ecco perché i giornali diedero così poca importanza al fatto.
Uno dei quattro Beatles disse un giorno: «Abbiamo praticamente tutto ciò che si può ottenere con il denaro. Quando però si è giunti a questo punto, tutto ciò che si può comprare non interessa più. Si cerca allora qualcosa di completamente diverso.» Così, si sono recati in India per studiare la "felicità" presso il grande Yogi Maharishi. Ma già prima che finissero i tre mesi di corso, abbandonarono il maestro di yoga e tornarono a casa commentando: «Anche lui è solo un uomo. Ci aspettavamo qualcosa di più.»
Così questi cantanti miliardari di Liverpool hanno continuato a cercare la felicità. «Stiamo ancora cercando qualcosa d'altro», disse Ringo a un giornalista che lo intervistava.
Un racconto vecchio ma molto attuale!
La Bibbia riporta la storia di un uomo che commise nella sua vita errori fatali. La raccontò il Signore Gesù, dicendo:
«La campagna d'un certo uomo ricco fruttò copiosamente; ed egli ragionava così fra sé: Che farò? Poiché non ho dove riporre i miei raccolti. E disse: Questo farò: demolirò i miei granai e ne fabbricherò dei più vasti, e vi raccoglierò tutto il mio grano e i miei beni, e dirò all'anima mia: Anima, tu hai molti beni riposti per molti anni; riposati, mangia, bevi, godi. Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa l'anima tua ti sarà ridomandata; e quel che hai preparato, di chi sarà? Così è di chi tesoreggia per se, e non è ricco in vista di Dio.»
Vangelo di Luca 12:16-25
L'uomo, di cui il Signore Gesù ha parlato in quella parabola, è morto da tanto tempo. Improvvisamente la sua vita fu stroncata e il suo corpo tornò alla polvere. Le sue ricchezze non ci sono più, il suo nome è dimenticato da secoli. Eppure quest'uomo ha oggi una numerosa parentela. Anzi, è meglio dire che l'ha sempre avuta. Molti sono coloro che hanno gli stessi suoi interessi, sia fra i ricchi che fra i poveri, a ogni livello sociale. Questo racconto ci parla dell'amore per il denaro, dell'uomo che cerca di farsi dei tesori sulla terra.
Sono sicuro che non c'è un solo uomo che non abbia mai avuto il desiderio di voler diventare ricco e indipendente. Questa tendenza è in tutti noi, anche se non abbiamo guadagnato una fortuna, se non possediamo una villa sulla Costa Azzurra, se non abbiamo una barca di lusso. Dicendo "tutti", penso anche a me e a te che leggi queste righe.
La Bibbia lo chiama per nome
È vero, non è un bel nome quello che il Signore ha dato al ricco di quel racconto. È un nome breve e semplice ma per niente lusinghiero: stolto. Il nome che aveva come cittadino, conosciuto e onorato da quelli del suo tempo, non ci è riferito perché non ha importanza davanti a Dio.
La Bibbia ci fa vedere soltanto le cose che contano per Dio. Quel ricco ha agito come uno stolto, anche se credeva di essere assennato. Forse molti la pensavano come lui e chissà che non lo invidiassero. Ma ciò che pensiamo di noi stessi non è determinante. Il parere di Dio è quello che conta. A proposito dell'uomo ricco, Dio ci dice che ha sbagliato strada, che è uno stolto!
Quattro errori fatali
«Sbagliando s'impara!» È sempre bene imparare qualcosa dai propri sbagli e anche dagli sbagli di altri. Ci sono errori di piccola importanza ma anche errori gravi. Se ti compri un cappello di misura sbagliata non c'è nulla di tragico. Puoi subito correggere lo sbaglio andando a fartelo cambiare. Ma se il meccanico si dimentica di bloccare i bulloni a una ruota della tua auto, il suo sbaglio può essere la causa di una tragedia sia per te che per gli altri.
Però, l'errore più grave che un uomo possa fare è quello di «ingannarsi a rischio della propria vita» (Geremia 42:20). Lo sbaglio di non regolare con Dio la questione del proprio peccato ha delle conseguenze eterne; ci segue nella morte e determina il luogo dove trascorreremo l'eternità. Il non ascoltare la Parola di Dio, non porre fede in essa e vivere senza curarsi di Dio, come se non esistesse, è l'errore più grave che si possa commettere.
L'uomo ricco di cui parlavamo prima ha proprio commesso il più grave degli errori. Egli ha sbagliato il suo calcolo in quattro punti ben precisi.
1. Dimenticò il Dio donatore
Quell'uomo non era stato certamente pigro; anzi, sono convinto che sia sempre stato un gran lavoratore. Forse iniziava a lavorare prima dei suoi operai e finiva per ultimo. Era lui che organizzava e sorvegliava ogni cosa. Possiamo immaginare che pretendesse molto dai suoi dipendenti ma che fosse pure molto esigente con se stesso. Non fece come tanti ai nostri giorni che diventano ricchi rubando. No, la sua ricchezza se l'era guadagnata. Aveva saputo coltivare i suoi campi con intelligenza in modo da aumentare la produzione. Si era affaticato, ed era riuscito ad accumularsi un bel capitale.
Finalmente, stava per raccogliere i frutti della sua fatica; i campi erano pronti per la mietitura. Una sera era andato a vedere i suoi campi e, esaminando le spighe così grandi e piene di chicchi, si era reso conto della ricchezza che avrebbe accumulato. Ad un tratto però fu assalito da un pensiero: «Che farò? Poiché non ho dove riporre i miei raccolti.»
Povero uomo ricco! Invece di fissare lo sguardo sui tuoi campi, perché non hai guardato in alto? Chi è Colui che benedice il lavoro delle tue mani? Non è forse l'Iddio onnipotente e santo che ha dato il sole, la pioggia e il vento, che ha fatto germogliare e dato la crescita? Non è forse Lui che ti ha dato l'intelligenza, le braccia per lavorare, gli occhi per vedere, i piedi per camminare?
Se l'uomo ricco avesse ragionato in questo modo, avrebbe scoperto la grande benevolenza di Dio e questa l'avrebbe portato a ravvedersi.
Ma non lo fece! Non si curò affatto di Dio, e questo fu l'errore principale che commise. L'errore numero uno. Egli non pensava che a se stesso; al posto di Dio era subentrato il suo "io". Nel racconto che abbiamo letto, egli non parla mai di Dio, ma per ben sei volte di se stesso. I conti e i ragionamenti che fa ruotano tutti attorno a se stesso. Pur credendo d'essere libero e indipendente non s'accorge d'essere completamente schiavo del proprio egoismo. Il suo peccato non sta nel fatto di volere costruire dei granai più grandi, ma nel volerli fare senza cercare Dio, il suo pensiero e la sua volontà.
Come ti saresti comportato, tu che leggi queste righe? Forse dirai: Ma io non mi trovo nella stessa situazione. Ho di che vivere bene, e lavorando diligentemente sono riuscito a farmi una posizione. Però non sono un pagano, sono cristiano e compio i miei doveri religiosi. Anzi, faccio anche della beneficenza dove vi sono dei bisogni urgenti. Caro lettore, forse non te ne sei nemmeno accorto, ma anche tu non hai fatto altro che parlare di te e delle tue opere!
A un giovane che voleva sapere quale fosse il comandamento più grande, Gesù rispose: «Ama il Signore Iddio tuo con tutto il cuore e con tutta l'anima tua e con tutta la mente tua» (Vangelo Matteo 22:37). È Lui che deve avere il posto centrale e dirigere tutta la mia vita. Il mio "io" egoista deve scendere dal suo trono. Se questo è il più grande comandamento, allora il mio egoismo e la mia propria volontà, che non si curano di Dio, sono il più grande peccato.
Quanta gente c'è che porta il nome di cristiano ma non pensa nemmeno lontanamente di vivere secondo la volontà del Signore Gesù.
Molti addirittura pensano di potersi sottrarre a quest'esigenza divina, e tranquillizzano la propria coscienza facendo valere la loro appartenenza a un'organizzazione religiosa e le loro buone opere. Forse anche il ricco giudeo del racconto biblico frequentava regolarmente la sinagoga. Sei anche tu di coloro che pensano che sia sufficiente presentare a Dio il certificato di battesimo come documento cristiano per essere introdotti nella sua santa presenza? Credi di aver meritato il paradiso perché non hai mai fatto del male a nessuno e non hai mai infranto le leggi umane? Pensi che Dio dovrebbe essere riconoscente che vi siano ancora delle persone brave come te su questa terra?
Rispondi sinceramente a queste domande e, se necessario, metti fine a questo tuo vivere nell'illusione. Sii sincero verso te stesso e riconosciti quale tu sei, un essere perduto e degno della condanna eterna, come lo sono io e tutti gli altri uomini. Esteriormente, forse, sei impeccabile, diligente sul lavoro, esemplare nella famiglia. Ma davanti a Dio sei uno che deve dire, come ho detto anch'io un giorno: Signore, sono un povero peccatore che fino ad ora non si è mai curato di Te, ma che ha sempre vissuto seguendo i desideri del proprio cuore.
Quando, alla luce della Parola di Dio, mi rendo conto della santità di Dio e della rovina della mia vita, e con cuore pentito cerco rifugio presso al Signore Gesù morto in croce, avviene ciò che la Bibbia chiama "conversione". Il Signore Gesù, inchiodato sulla croce, non è il fondatore di una nuova religione, e neppure un martire che muore a causa della sua ideologia, ma il santo e immacolato Figlio di Dio che, per amore per me e per te, peccatori perduti, paga a Dio il prezzo delle nostre colpe e di tutti i nostri peccati.
Questo è il mio Salvatore, il mio Signore, Colui che desidera fare felice anche te, offrirti la vera libertà e dare senso e scopo alla tua vita.
2. Dimenticò il suo prossimo
«Ed egli ragionava così fra se medesimo.» I ragionamenti di un uomo, schiavo della cupidigia, non possono tenere conto di ciò che è all'infuori di se stesso. Il ricco non fece i suoi ragionamenti davanti a Dio, e non si curò della povertà altrui. Egli ragionava «fra sé», cioè nello spazio limitatissimo del suo egoistico orizzonte. «Che farò? Poiché non ho dove riporre i miei raccolti.»
Non ci sarebbe stata la possibilità di adoperare questi beni in un modo utile e vantaggioso? Probabilmente quell'uomo, essendo giudeo, aveva la Parola di Dio in casa, l'Antico Testamento. In essa avrebbe potuto trovare istruzioni su come utilizzare i suoi beni. Infatti Dio dice di non indurire il proprio cuore e non chiudere la mano davanti al fratello bisognoso (Deuteronomio 15:7). Nel santo Libro leggiamo anche: «Beato colui che si dà pensiero del povero!» (Salmo 41:1). E ancora: «Chi dona al povero non sarà mai nel bisogno; ma colui che chiude gli occhi, sarà coperto di maledizioni» (Proverbi 28:27).
Non sono certo le pratiche religiose esteriori che piacciono a Dio; ma dividere il proprio pane con chi ha fame e ospitare colui che è senza tetto (Isaia 58:7) è un dovere al quale non dobbiamo sottrarci.
Il Signore Gesù conferma questo pensiero mettendo a fianco del primo grande comandamento il secondo, simile ad esso, che dice: «Ama il tuo prossimo come te stesso» (Matteo 22:38-39). Questo è molto di più che aiutare i poveri e saziare gli affamati: è un cambiamento totale del nostro modo di vivere, e colpisce in pieno la radice del male, il nostro "io" egoista. È la rivoluzione dei pensieri illuminati dalla Sacra Scrittura. Pentimento e conversione, sono le due cose necessarie per ogni membro della nostra società corrotta. Solo il Signore Gesù può mettere ordine nella nostra vita personale, nelle famiglie, nella società.
Nella vita si commette sovente un grave errore: si vuole incominciare con la fine senza aver realizzato l'inizio. Si tenta, spinti dal proprio orgoglio, di creare il paradiso sulla terra, dimenticando che l'uomo, nei confronti di Dio, è un peccatore e ha urgentemente bisogno della salvezza che il Signore Gesù, il Figlio di Dio, ha compiuto alla croce. È dalla fede nella sua Persona e nella sua opera che bisogna incominciare.
Nella storia dei popoli tantissime cose vanno contro senso. Somme astronomiche vengono spese per gli armamenti, come se si dovessero fare i preparativi per una guerra mondiale. Si spende più per questo che per l'istruzione pubblica. Le spese mondiali per la sanità non sono neppure la terza parte di quelle per gli armamenti. E milioni di uomini ancora oggi sul nostro pianeta soffrono la fame!
Chi non rabbrividisce pensando a queste cose? Il finanziamento per carri armati, bombardieri e missili atomici è assicurato, mentre milioni e milioni di uomini sono esposti alla fame e a malattie incurabili senza che nessuno porti loro aiuto. Ecco dov'è giunto l'uomo che è lontano dal suo Dio. Tutto va a rovescio! Dopo l'atterraggio sulla luna ci prepariamo con veicoli spaziali ad inoltrarci nel cosmo, mentre qui sulla terra l'odio fra gli uomini va assumendo proporzioni paurose.
La rivolta dell'uomo contro il suo Creatore ha delle conseguenze spaventose; e non è soltanto contro il Creatore ma anche contro gli altri uomini, contro il prossimo. Fu così tra Caino e Abele, ed è così ancora oggi. Solo l'uomo che è "nato di nuovo" per la fede in Cristo, che è diventato una "nuova creatura", si trova in una situazione corretta nei confronti di Dio e, di conseguenza, anche nei confronti del suo prossimo. Ogni altro tentativo, per bello che possa sembrare, è falso e destinato a fallire. Assomiglia a quello di chi volesse uscire dalle sabbie mobili tirandosi su per i capelli!
«Che farò?» L'uomo ricco invece di porre questa domanda a Dio, la pose a se stesso. Ecco perché la risposta fu sbagliata: «Io farò. io. io.»
La conseguenza diretta dell'egoismo smisurato che vi è negli uomini dei nostri giorni è l'aumento della criminalità. L'egoismo è sempre e in tutti i modi contrario al prossimo e, in casi estremi, spinge all'omicidio.
Vi è una relazione stretta fra benessere, egoismo e criminalità. Più il benessere è grande, più l'egoismo si sviluppa e più aumenta la criminalità. Le nazioni con il livello di vita più elevato hanno il più alto tasso di criminalità. Questa brutta costatazione è il lato negativo della società del benessere.
All'origine di ogni cattiva azione c'è l'errore fatale che fece pure l'uomo ricco della parabola, il quale pensò unicamente a sé e dimenticò completamente Dio e il prossimo.
Caro lettore, impara la lezione che questo episodio ci insegna; non vivere la tua vita solo per te. Ricordati della tua responsabilità verso Colui che ti ha dato la vita, verso il tuo Creatore.
3. Non tenne conto della sua anima
Il ragionamento che l'uomo ricco fece «alla propria anima» sembra molto bello: «Anima, tu hai molti beni riposti per molti anni; riposati, mangia, bevi, godi.» Ma come s'ingannava! Metteva l'anima al posto del corpo. Era accecato al punto di credere di poter soddisfare l'anima sua con del pane, del vino o degli effimeri piaceri carnali. Se ciò fosse possibile, incontreremmo nelle ville dei ricchi e nei locali di divertimento le persone le più felici del mondo; invece è proprio il contrario. Dietro al sorriso delle dive del cinema, si nasconde un cuore vuoto e infelice. Esteriormente, tutto sembra a posto o addirittura affascinante; ma nell'interiore? Sotto l'apparenza c'è un'anima venduta al peccato. Non c'è né riposo per la coscienza né pace per il cuore.
Nell'evangelo di Matteo (16:26) il Signore Gesù dice:
«E che gioverà a un uomo se, dopo aver guadagnato tutto il mondo, perde poi l'anima sua?»
Rifletti sul significato di quelle parole: guadagnare tutto il mondo, possedere tutto, proprio tutto ciò che c'è sulla terra, compresa la stima e la considerazione degli altri. Eppure, che ti gioverebbe, se ciò ti costasse la perdita dell'anima tua?
Non vendere la tua anima per delle cose di nessun valore! Una di queste potrebbe essere la ricchezza, o la soddisfazione dei tuoi desideri, o la considerazione che uomini importanti hanno per te. Potrebbe essere una ragazza, un ragazzo, un uomo o una donna; o la tua propria giustizia, la superstizione, il contatto con potenze occulte; anche solo un hobby. Ciò che ti tiene schiavo è il prezzo al quale vendi la tua anima preziosa, che ha più valore di tutto il mondo con i suoi tesori.
In altri campi forse sei un bravo calcolatore, un uomo d'affari molto intelligente, ma commetti un grave errore se mandi l'anima tua alla perdizione eterna!
A cosa è dovuta la tua continua agitazione, la tua ansia? Al fatto che l'anima tua ha bisogno di avere pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo. Ha bisogno di cose durature, di comunione con Dio tramite il Signore. Desidera possedere i doni dello Spirito Santo: giustizia, pace, gioia. Tutti ti sono offerti. Ma se tu non accetti l'offerta meravigliosa che Dio ti fa del perdono per la fede in Cristo Gesù, o non la conosci perché non leggi il Vangelo, la tua anima se ne andrà alla perdizione eterna.
L'uomo ricco si prendeva cura del proprio corpo ma trascurava l'anima sua. Riposarsi, mangiare, bere, divertirsi: è proprio ciò che oggi molti fanno. Forse segui una filosofia come questa: bisogna darsi da fare unicamente per ciò che potrebbe giovare alla vita propria e dei propri cari. E allora, in questo campo, pensi praticamente a tutto. mentre l'anima tua deperisce.
Nei momenti di calma, la voce della tua coscienza non s'è mai fatta sentire? Non è mai stata risvegliata? Forse quando ti sei trovato immobilizzato a letto da una malattia, Dio ti ha dato l'occasione e il tempo di considerare la tua vita. Oppure sei stato spinto a pensare all'eternità e al giudizio universale vedendo uno dei tuoi cari falciato improvvisamente dalla morte.
Ogni giorno migliaia di persone passano da questa vita all'eternità. Chissà quanti avranno adempiuto a tutti i loro doveri materiali, ma trascurato la loro anima! Ascolta l'avvertimento; vieni oggi stesso al Signore Gesù. Egli ti dà ciò che procura pace all'anima tua, la vita eterna.
4. Dimenticò il futuro e l'eternità
L'uomo ricco sbagliava pure quando, pensando al suo avvenire, parlava fra sé di «molti anni». L'uomo fa i conti con il tempo, mentre Dio fa i conti con l'eternità. Le sue ultime parole sulla terra furono: «Mangia, bevi, godi»; ma dopo, un altro prese la parola: uno al quale il ricco non aveva pensato: Dio. Con voce potente e con autorità divina Dio gli disse: «Stolto, questa notte stessa l'anima tua ti sarà ridomandata.»
Improvvisamente, l'uomo ricco morì. Non sappiamo se ebbe un infarto o se fu ucciso in un incidente. Ma non è questo che conta. L'importante è che, nella stessa notte in cui aveva deciso di costruire altri granai per raccogliere tutto il suo prezioso frumento, dovette comparire davanti a quel Dio santo e giusto che durante la sua vita aveva trascurato.
Forse sarà stato uno di coloro che non credono in una vita nell'aldilà, perché in ogni tempo vi sono state persone che hanno pensato così, anche fra i teologi. Al tempo del Signore Gesù, per esempio, vi era un gruppo di teologi, i Sadducei, che insegnavano che non vi è risurrezione, anche se questo è chiaramente contrario alle dichiarazioni di Dio nell'Antico Testamento, libro che essi conoscevano bene.
Questa e altre simili eresie vengono predicate ancora oggi dai teologi moderni, che poi di moderno non hanno nulla in quanto le loro false dottrine erano insegnate già migliaia di anni fa. Nella domanda che Satana fece a Eva nel giardino di Eden: «Come! Iddio v'ha detto.?», c'è, per così dire, l'origine del dubbio e dell'incredulità. E la stessa domanda la fa ancora oggi, nell'era dei computers e dei voli spaziali. La sua tattica non è cambiata, anche se i dubbi che insinua oggi all'uomo hanno un'apparenza scientifica o una veste teologica.
Dio ha veramente parlato? Sì, Dio ha sempre parlato! E che cosa ha detto? Ha detto che la tua vita sulla terra è determinante per la tua sorte eterna:
«È stabilito che gli uomini muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio.»
Ebrei 9:27
«Egli ci ha comandato di predicare al popolo e di testimoniare che Gesù Cristo è quello che da Dio è stato costituito Giudice dei vivi e dei morti.»
Atti 10:42
Tutti coloro che non ubbidiscono al Vangelo del nostro Signore Gesù «saranno puniti di eterna rovina» (2 Tessalonicesi 1:8-9), finiranno nello "stagno di fuoco e di zolfo" dove «il verme loro non muore e il fuoco non si spegne» (Marco 9:43-48).
Contrariamente a tutti i ragionamenti umani, è certo che dovrai un giorno incontrare il Signore Gesù. O oggi, come tuo Salvatore e Signore, o domani, nell'aldilà, come tuo Giudice.
Chissà a quanti capiterà come all'uomo ricco! Si fanno dei piani per il futuro, si mangia, si beve, ci si diverte. Si concludono contratti con le compagnie di assicurazione per garantirsi contro ogni sorta di rischio. Ma ecco che, quando meno ci se l'aspetta, la morte viene a bussare alla nostra porta o ad una porta vicino alla nostra. Dio aveva detto: «Stolto! Questa notte stessa l'anima tua ti sarà ridomandata, e quel che hai preparato, di chi sarà?» Degli eredi, che forse litigheranno facendo le parti. Il defunto non potrà più goderne di certo; tutti i suoi beni e i suoi poderi sono svaniti; non gli rimane altro che un abito e una cassa. Ricco nella vita, ma povero e disperato nella morte. E questo, purtroppo, si verifica ogni giorno.
In occasione del funerale di un personaggio molto conosciuto nell'ambiente del commercio internazionale, erano presenti molte persone altolocate: imprenditori, medici, economisti, magistrati. Dopo la cerimonia, uno di loro, parlando del defunto, disse: «L'ultima sera che ci siamo incontrati nel club, guardò uno ad uno tutti i commensali, poi disse: "Cari amici, pensate un pò, tra vent'anni la maggior parte di noi non ci sarà più"». Un silenzio generale, quasi opprimente, seguì il racconto del fatto. Aveva detto «tra vent'anni» ed ora, dopo appena pochi giorni, lo avevano accompagnato alla tomba. Il silenzio però non durò a lungo perché poco a poco la conversazione riprese sui soggetti abituali. Ma la domanda rimane: Dove sarà la maggior parte di noi tra vent'anni? Avrà già varcato la soglia del tempo e sarà entrata nell'eternità. Ma in quale eternità? Questo è d'importanza capitale.
Tutte quelle persone erano importanti e ben note nella loro città; erano onorate e anche invidiate da molti. Nella Parola di Dio, però, non è mai detto che la reputazione, l'onore o la gloria degli uomini diano il diritto d'entrare nella gloria del cielo!
«Tra vent'anni» dove saremo? È una domanda alla quale devi dare una risposta al più presto. Tra vent'anni molti di coloro che leggono questo opuscolo saranno nel cielo presso l'adorabile persona del loro Salvatore, il Signore Gesù, il Figlio di Dio; oppure nelle pene eterne, in compagnia di coloro che hanno rigettato il Signore. Non c'è via di mezzo, né via di scampo. Nel momento in cui chiudi gli occhi alla scena di questo mondo, la tua sorte eterna è definitivamente fissata.
Tu, dove trascorrerai l'eternità? Non darti riposo prima di aver chiarito questa questione! Adopera il tempo che hai a disposizione per regolarizzare la tua posizione in vista dell'eternità. Quel commerciante, quando disse «tra vent'anni», non pensava di certo che dopo pochi giorni sarebbe toccato a lui. All'uomo ricco della parabola capitò la stessa cosa. Cerca quindi d'imparare dagli errori degli altri! La Bibbia ci dice: «Insegnaci dunque a così contare i nostri giorni, che acquistiamo un cuore savio» (Salmo 90:12).
Il tempo che hai a disposizione è così prezioso e importante che non dovresti contare solo gli anni o i mesi, ma anche ogni giorno. Oggi sei ancora tra i vivi, e ciò che accadrà domani non lo sai. Nessuno può dirti ciò che avverrà domani. Potresti essere colpito dalla morte anche se sei in ottima salute. Ecco perché è così importante che tu regoli oggi la tua situazione davanti a Dio. Non rimandare a più tardi, perché potrebbe esserti fatale. È oggi che Dio ti offre la vita eterna. Leggi la Bibbia e vi troverai cosa devi fare per diventare un figlio di Dio ed essere felice. Non continuare ad impegnare tutte le tue energie per arricchirti su questa terra; cerca invece di essere ricco in vista di Dio!
Come puoi, oggi stesso, entrare in possesso di una tale ricchezza?
1. Se leggendo o ascoltando la Parola di Dio ti rendi conto delle esigenze che Dio ha nei tuoi riguardi, vuol dire che la tua coscienza è stata risvegliata. Perciò tu vedi, da un lato, la santità di Dio e, dall'altro, la tua colpevolezza. Confessa dunque di essere un peccatore perduto! La Bibbia dice:
«.tutti hanno peccato e son privi della gloria di Dio.» Romani 3:23
E ancora:
«Poiché il salario del peccato è la morte.»
Romani 6:23
2. I tuoi peccati deponili ai piedi della croce. Confessa a Dio i tuoi peccati con sincero pentimento. Non temere di enumerare apertamente davanti a Dio tutti i tuoi misfatti.
«Se confessiamo i nostri peccati, Egli è fedele e giusto da rimetterci i peccati e purificarci da ogni iniquità.»
1 Giovanni 1:9
3. È vero che Dio odia il peccato, ma lo può e lo vuole perdonare. E ciò è possibile perché il giudizio contro il peccato è stato eseguito: il Suo Figlio Gesù Cristo è stato colpito sulla croce del Golgota. Il Figlio di Dio, prendendo il posto che noi peccatori meritavamo, ha dovuto subire il giudizio, ha sofferto l'abbandono di Dio, ed è entrato nella morte. Accetta l'opera di salvezza che Cristo ha compiuto; credi a Lui con tutto il tuo cuore, e ricevi il perdono dei tuoi peccati.
La Bibbia ci dice:
«Egli è stato trafitto a motivo delle nostre trasgressioni, fiaccato a motivo delle nostre iniquità; il castigo, per cui abbiam pace, è stato su lui, e per le sue lividure noi abbiamo avuto guarigione.»
Isaia 53:5
E ancora:
«Poiché Iddio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca ma abbia vita eterna.»
Giovanni 3:16
4. Non fare affidamento su ciò che senti dentro di te, né tantomeno sulle tue emozioni. Abbi semplicemente fiducia nelle promesse che Dio fa. Accetta per la fede il perdono dei tuoi peccati!
I tuoi peccati sono perdonati perché il Signore Gesù è morto in vece tua. Sei giustificato davanti a Dio perché il Signore Gesù è risuscitato. Come è scritto:
«Di lui (cioè di Gesù) attestano tutti i profeti che chiunque crede in lui riceve la remissione dei peccati mediante il suo nome.»
Atti 10:43
«Giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore, mediante il quale abbiamo anche avuto, per la fede, l'accesso a questa grazia nella quale stiamo saldi; e ci gloriamo nella speranza della gloria di Dio.»
Romani 5:1-2
5. Afferra e ritieni saldamente queste verità. Se tramite il pentimento e la fede hai ricevuto una nuova vita e il dono dello Spirito Santo, sii riconoscente per questa grande grazia, e vivi da ora in poi per il tuo Signore. Leggi giornalmente la Parola di Dio e concediti un pò di tempo per la preghiera. Rompi definitivamente con tutti i legami o le vecchie abitudini che non si accordano con la volontà del tuo Signore. Cerca la comunione con dei veri credenti, e attendi con gioia il prossimo ritorno del Signore.
La Bibbia dice:
«Rallegratevi del continuo nel Signore. Da capo dico: Rallegratevi. La vostra mansuetudine sia nota a tutti gli uomini. Il Signore è vicino. Non siate con ansietà solleciti di cosa alcuna; ma in ogni cosa siano le vostre richieste rese note a Dio in preghiera e supplicazione con azioni di grazie. E la pace di Dio che sopravanza ogni intelligenza, guarderà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù.»
Filippesi 4:4-7
Non tenere tutta questa ricchezza solo per te
Il Figlio di Dio, che era ricco, s'è fatto povero per amor nostro, affinché tutti coloro che vengono a Lui potessero diventare ricchi. Questa è la vera ricchezza; tutte le altre cose hanno solo apparenza e sono ingannevoli. Però, non devi tenere tutta questa ricchezza solo per te; devi farne parte anche ad altri. Molti desiderano essere liberati dai legami del peccato; e soprattutto dal giusto giudizio eterno di Dio. Solo il Signore Gesù può aiutarli; e tu devi indicare loro la strada per arrivare a Gesù! Vivi unicamente per il tuo Signore e rendi coraggiosamente testimonianza al Suo nome. Ecco qual è la volontà di Dio per i credenti: che «non vivano più per loro stessi, ma per Colui che è morto e risuscitato per loro» (2 Corinzi 5:15).
Dio t'insegnerà a mettere a sua disposizione la tua ricchezza spirituale e materiale, e le tue attitudini, per farne parte ad altri. Considera e contempla l'adorabile persona del Signore Gesù! Nella sua vita non c'è stata neppure l'ombra d'egoismo, non ha fatto nulla nel proprio interesse; sapeva rallegrarsi con chi si rallegrava e, mosso a compassione, piangere con chi era afflitto. Tutto il suo operato non è stato altro che amore.
Ha lasciato la gloria del cielo, si è fatto povero, per arricchire te; ora ti insegnerà a mettere al suo servizio ciò che ti ha dato, sia la salute che l'intelligenza; forse anche il tuo denaro.
Oggi la salvezza viene ancora offerta agli uomini; domani potrebbe essere il giorno che il Signore viene a rapire i suoi fedeli. Operiamo dunque finché è ancora giorno!